HomeSaluteCervello e sistema nervosoDisturbo bipolare: individuate varianti gentiche coinvolte

Disturbo bipolare: individuate varianti gentiche coinvolte

I ricercatori del progetto di ricerca danese sulla psichiatria iPSYCH hanno contribuito a identificare 33 nuove varianti genetiche che, a quanto pare, giocano un ruolo nel disturbo bipolare. Per raggiungere questo obiettivo, hanno esaminato i profili del DNA di 413.000 persone.

Un certo numero di gruppi di lavoro scientifici stanno attualmente tentando di identificare l’architettura genetica alla base di disturbi psichiatrici ereditari e gravi come la schizofrenia, la depressione e il disturbo bipolare.

Uno di questi gruppi di lavoro è iPSYCH, il più grande progetto di ricerca danese incentrato sui disturbi psichiatrici. Insieme a colleghi internazionali, i ricercatori hanno recentemente esaminato i fattori di rischio genetici alla base del disturbo bipolare. I gruppi di ricerca hanno esaminato i profili del DNA di un totale di 413.000 persone di discendenza europea. Questi comprendono 42.000 pazienti con disturbo bipolare insieme a 371.000 individui senza disturbo. Confrontando i risultati di questi due gruppi, i ricercatori sono riusciti a identificare 33 varianti genetiche che, a quanto pare, giocano un ruolo nel rischio di sviluppare il disturbo bipolare.

Maggiori conoscenze sul disturbo bipolare

“Il numero di varianti genetiche mappate – fattori di rischio genetici – dietro il disturbo è più che raddoppiato”, spiega uno dei partecipanti danesi al progetto, il Professore associato Thomas Damm Als del Dipartimento di Biomedicina dell’Università di Aarhus, “Nella collaborazione internazionale di cui facciamo parte e che si concentra sulla mappatura dei fattori di rischio genetici alla base del disturbo bipolare, abbiamo condotto tre studi. Prima di iniziare il terzo studio, conoscevamo 31 varianti di rischio, quindi questo è un aumento davvero significativo della nostra conoscenza dell’architettura genetica della malattia”.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Genetics.

I 413.000 profili del DNA che il gruppo di ricerca ha esaminato derivano da un totale di 57 database sanitari europei, con circa 7.000 profili da iPSYCH, l’iniziativa della Fondazione Lundbeck per la ricerca psichiatrica integrata.

Ma cosa stanno esaminando esattamente i ricercatori quando mappano le varianti genetiche in relazione a un disturbo psichiatrico?

“A livello generale stiamo cercando determinati modelli nella prevalenza di grandi pezzi di DNA con diverse varianti. Nel corso del tempo è stata creata un’intera “biblioteca” di queste varianti genetiche, che possono apparire in diversi punti del genoma, ovvero il nostro DNA”, afferma Thomas Damm Als, Professore Associato Dipartimento di Biomedicina, Università di Aarhus.

Idee per un nuovo trattamento 

Esaminando il DNA di persone che hanno una particolare malattia – e quindi confrontando i risultati con il DNA di persone che non ne sono affette – è quindi possibile utilizzare la “biblioteca” per vedere se alcune varianti genetiche sono particolarmente presenti in relazione alla malattia.

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