HomeSaluteEpatite C: allo studio farmaci rivoluzionari senza interferone

Epatite C: allo studio farmaci rivoluzionari senza interferone

Hanno dimostrato di essere in grado di eliminare il virus dell‘epatite C nei pazienti trattati nel 90-99% dei casi. Si tratta di una nuova categoria di farmaci, in formato di pillole, composti da un’associazione di potenti antivirali e che non richiedono l’utilizzo dell’interferone, oggi indicato per la terapia di questa infezione ma che può determinare pesanti effetti collaterali. La novità arriva da vari studi presentati al Congresso mondiale della Associazione americana per lo studio delle malattie del fegato (Aasld), in corso a Boston.

Una novità che gli specialisti definiscono di enorme portata, tanto che quattro degli studi sui nuovi farmaci senza interferone si sono guadagnati ‘l’etichettà di ‘late-breaking abstract’, ovvero ricerche di speciale considerazione. L’epatite C è attualmente trattata con iniezioni settimanali di interferone insieme a trattamenti orali. Gli studi di fase due e tre su pazienti, presentati a Boston, dimostrano però che le nuove pillole senza interferone eliminano il virus dell’epatite C nella quasi totalità dei casi (contro il 50-70% circa delle attuali terapie), ed anche in quei pazienti che non avevano risposto positivamente ai trattamenti con interferone.

Sono almeno quattro i grandi vantaggi che caratterizzano questi farmaci, spiega il gastroenterologo Antonio Gasbarrini del Policlinico Gemelli di Roma: “La durata della terapia, che si riduce a 3-6 mesi contro i 6-12 mesi degli attuali trattamenti; l’efficacia nella eliminazione del virus fino al 99% dei casi; il fatto che si tratti di farmaci orali e soprattutto l’assenza di interferone e degli effetti collaterali connessi”. Si tratta, commenta, di “farmaci rivoluzionari, anche perché tanti pazienti che non possono per varie ragioni ricevere terapie a base di interferone, avranno ora la possibilità concreta di guarire”. La cautela è però d’obbligo: gli studi presentati sono test preliminari ed i nuovi farmaci, precisa Gasbarrini, “non arriveranno in commercio prima di due anni almeno”.

Fonte AGI

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