HomeSaluteAtrofia muscolare spinale: scoperto nuovo promettente farmaco

Atrofia muscolare spinale: scoperto nuovo promettente farmaco

Secondo gli studi, circa uno su ogni 40 individui negli Stati Uniti è portatore del gene responsabile dell’ atrofia muscolare spinale (SMA), una malattia neurodegenerativa che causa indebolimento dei muscoli nel corso del tempo.

L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA) è una malattia che colpisce le cellule nervose delle corna anteriori del midollo spinale da cui partono i nervi diretti ai muscoli e che trasmettono i segnali motori (detti anche motoneuroni).

Nella sua forma più comune, l’Atrofia muscolare spinale è una malattia autosomica recessiva, ossia si può manifestare solo se il soggetto affetto eredita da entrambi i genitori mutazioni nel gene coinvolto nella patologia. Nel caso in cui i genitori siano portatori, la probabilità, per ogni concepimento, che la mutazione venga trasmessa da entrambi al nascituro, rendendolo affetto da SMA, è del 25%, cioè un caso su quattro. Esistono anche alcune forme estremamente rare di SMA che possono manifestarsi come forma mutante o autosomica dominante”.

( Vedi anche:Nuovo bersaglio terapeutico per l’atrofia muscolare spinale).

I ricercatori dell’Università del Missouri hanno sviluppato una nuova molecola nel mese di aprile 2014 che è risultata efficace in modelli animali che presentano la SMA. La sperimentazione di quel composto sui topi ha portato ad una prognosi migliore e alla possibilità di sviluppare potenziali farmaci in grado di migliorare i risultati nei pazienti affetti da SMA.

“Il nostro team ha messo a punto un potenziale terapeutico per la SMA “, ha detto Chris Lorson, un ricercatore del Bond Life Sciences Center e Professore di patobiologia veterinaria al MU College di Medicina Veterinaria. ” La molecola che abbiamo individuato è un tipo di molecola chiamata oligonucleotide antisenso  o ASO”.

Per oligonucleotide antisenso si intende un breve frammento di DNA, di circa 15 nucleotidi, che contiene la sequenza nucleotidica complementare del filamento di DNA codificante (senso) o di RNA messaggero (mRNA). Perciò l’ antisenso, grazie a questa sua “specularità” rispetto al DNA senso, si appaia ad esso o all’ mRNA, annullandone l’ attività biologica.

Gli oligonucleotidi di impiego in terapia sono sintetici, ma nelle cellule sono stati individuati anche oligonucleotidi endogeni, di cui è ignota la funzione“.

L’oligonucleotide antisenso si lega all’ RNA messaggero o a sequenze di controllo dell’ espressione genica presenti sul filamento complementare di DNA, impedendo così la decodificazione ed il successivo processo di sintesi proteica”.

Negli individui affetti da SMA, il motoneurone-1 (SMN1)  è mutato e non ha la capacità di elaborare una proteina chiave che aiuta la funzione dei neuroni. I muscoli che controllano i piedi o anche le braccia spesso sono profondamente influenzati così come i muscoli importanti per la respirazione. Fortunatamente, gli esseri umani hanno una copia del gene quasi identica chiamata SMN2, tuttavia, SMN2 normalmente produce solo una piccola quantità di proteina SMN corretta. Il composto scoperto da Lorson ha come obiettivo SMN2 e in modo efficace “trasforma il suo volume”  permettendogli così di produrre maggiore quantità della proteina SMN corretta.

“Il nostro attuale trattamento aiuta il corpo a creare un meccanismo di backup per combattere la malattia e prolunga la sopravvivenza in topi affetti da SMA da soli 13 giorni di tempo a poco più di cinque mesi dopo una sola iniezione al momento della nascita”, ha detto Lorson. “Questo trattamento aiuta a produrre la giusta forma di SMN, quella che veniva prodotta solo a livelli molto bassi, in precedenza”.

Lorson ha sottolineato che la scoperta del suo laboratorio non promette una cura per la SMA e che è improbabile che un singolo composto possa affrontare l’intera gamma dei sintomi. “Tuttavia, combinando le terapie attualmente oggetto di ricerca, una prognosi migliore per i pazienti potrebbe essere all’orizzonte”, ha detto Lorson.

I risultati della fase iniziale di questa ricerca sono promettenti. Se ulteriori studi avranno successo nei prossimi anni, questi composti potranno essere testati in studi clinici con la speranza di sviluppare nuovi trattamenti per la SMA.

Lo studio, “Optimization of Morpholino Antisense Oligonucleotides Targeting the Intronic Repressor Element1 in Spinal Muscular Atrophy,”è stato recentemente accettato per la pubblicazione in Molecular Therapy, una rivista di Nature.

Fonte: University of Missouri

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