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“Il coronavirus SARS-CoV-2 non è fuggito da un laboratorio”: Nature 17 Marzo 2020

Immagine: Credit: © Andriy Onufriyenko / Getty Images

Mentre il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 che causa COVID-19 si diffonde con casi che oggi superano i 284.000 in tutto il mondo (20 marzo), la disinformazione si sta diffondendo quasi altrettanto velocemente. Un mito persistente è che questo virus, chiamato SARS-CoV-2, è stato prodotto da scienziati ed è fuggito da un laboratorio a Wuhan, in Cina, dove è iniziata l’epidemia.

Una nuova analisi di SARS-CoV-2 potrebbe finalmente mettere a tacere quest’ultima idea.

“Un gruppo di ricercatori ha confrontato il genoma di questo nuovo coronavirus con gli altri sette coronavirus noti per infettare l’uomo: SARS, MERS e SARS-CoV-2, che possono causare gravi malattie; insieme a HKU1, NL63, OC43 e 229E, che in genere causano solo lievi sintomi”, recita un articolo del 17 marzo 2020 pubblicato sulla rivista Nature Medicine. Le nostre analisi mostrano chiaramente che SARS-CoV-2 non è un costrutto di laboratorio o un virus appositamente manipolato, scrivono nell’articolo della rivista i ricercatori.

Kristian Andersen, Professore associato di immunologia e microbiologia presso lo Scripps Research, ed i suoi colleghi hanno esaminato il modello genetico per le proteine ​​spike, le proteine che sporgono dalla superficie del virus. Il coronavirus utilizza questi picchi per afferrare le pareti esterne delle cellule del suo ospite e quindi entrare in quelle cellule. I ricercatori hanno esaminato in particolare le sequenze geniche responsabili di due caratteristiche chiave di queste proteine spike: il grabber, chiamato dominio legante il recettore, che si aggancia alle cellule ospiti; e il cosiddetto sito di scissione che consente al virus di aprirsi ed entrare in quelle cellule.

Tale analisi ha mostrato che la parte “uncinata” del picco si era evoluta per colpire un recettore all’esterno delle cellule umane chiamato ACE2 che è coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna. Il virus è così efficace nel legarsi alle cellule umane che i ricercatori hanno affermato che le proteine spike erano il risultato della selezione naturale e non dell’ingegneria genetica. Ecco perché:

SARS-CoV-2 è strettamente correlato al virus che causa la sindrome respiratoria acuta grave (SARS), che si è diffuso in tutto il mondo circa 20 anni fa. Gli scienziati hanno studiato in che modo SARS-CoV differisce da SARS-CoV-2 – con diverse modifiche alle lettere chiave nel codice genetico. Eppure nelle simulazioni al computer, le mutazioni in SARS-CoV-2 non sembrano funzionare molto bene nell’aiutare il virus a legarsi alle cellule umane. Se gli scienziati avessero deliberatamente progettato questo virus, non avrebbero scelto mutazioni che i modelli di computer suggeriscono che non funzionerebbero. Ma lo studio ha scoperto che la natura è più intelligente degli scienziati e il nuovo coronavirus ha trovato un modo per mutare migliore – e completamente diverso – da qualsiasi cosa gli scienziati avrebbero potuto creare.

Un altro punto fermo che contraddice la teoria “del virus fuggito dal laboratorio malvagio“: la struttura molecolare complessiva di questo virus è distinta dai coronavirus noti e assomiglia invece molto ai virus trovati nei pipistrelli e nei pangolini che erano stati poco studiati e mai noti per causare danni umani. “Se qualcuno stesse cercando di progettare un nuovo coronavirus come patogeno, lo avrebbe costruito dalla spina dorsale di un virus noto per causare malattie”, secondo una dichiarazione dello Scripps.

Vedi anche: Come SARS-CoV-2 è saltato dal pangolino all’uomo?

Da dove viene il virus? Il gruppo di ricerca ha escogitato due possibili scenari per l’origine della SARS-CoV-2 nell’uomo. Uno scenario segue le storie di origine di alcuni altri coronavirus recenti che hanno provocato il caos nelle popolazioni umane. In quello scenario, abbiamo contratto il virus direttamente da un animale – zibetti nel caso della SARS e cammelli nel caso della sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS). Nel caso di SARS-CoV-2, i ricercatori suggeriscono che l’animale era un pipistrello, che trasmetteva il virus a un altro animale intermedio (probabilmente un pangolino secondo alcuni scienziati) che a sua volta lo trasferiva il virus nell’uomo. In quel possibile scenario, le caratteristiche genetiche che rendono il nuovo coronavirus così efficace nell’infettare le cellule umane (i suoi poteri patogeni) sarebbero state messe in atto dal virus prima di passare agli umani. Nell’altro scenario, queste caratteristiche patogene si sarebbero evolute solo dopo che il virus era passato dall’ospite animale all’uomo. Alcuni coronavirus originati da pangolini hanno una “struttura ad uncino” (quel dominio di legame del recettore) simile a quella del SARS-CoV-2. In questo modo, un pangolino ha trasmesso il suo virus direttamente o indirettamente a un ospite umano. Quindi, una volta all’interno di un ospite umano, il virus avrebbe potuto evolversi per avere la sua altra caratteristica invisibile: il sito di scissione che gli consente di irrompere facilmente nelle cellule umane. Una volta sviluppata questa capacità, i ricercatori hanno affermato che il coronavirus sarebbe ancora più capace di diffondersi tra le persone.

Tutti questi dettagli tecnici potrebbero aiutare gli scienziati a prevedere il futuro di questa pandemia. Se il virus è entrato nelle cellule umane in forma patogena, ciò aumenta la probabilità di futuri focolai. Il virus potrebbe ancora circolare nella popolazione animale e potrebbe saltare di nuovo agli umani, pronto a provocare un focolaio.”Ma le probabilità di tali futuri focolai sono inferiori se il virus deve prima entrare nella popolazione umana e quindi evolvere le proprietà patogene”, hanno detto i ricercatori.

Fonte: LiveScience

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