HomeSaluteCervello e sistema nervosoIdentificato un nuovo possibile bersaglio per il trattamento dell'epilessia

Identificato un nuovo possibile bersaglio per il trattamento dell’epilessia

Un singolo gene che coordina una rete di circa 400 geni coinvolti nell’epilessia, potrebbe essere un bersaglio per nuovi trattamenti secondo, i ricercatori dell’Imperial College di Londra.

L’epilessia è una malattia comune e grave che colpisce circa 50 milioni di persone in tutto il mondo. Il tasso di mortalità tra le persone con epilessia è due/tre volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Questa grave condizione, richiede nuovi approcci in grado di analizzare il modo in cui più geni lavorano di concerto per causare la malattia.

Invece di analizzare singoli geni, che è stato l’approccio usuale fino ad oggi, i ricercatori hanno sviluppato nuove tecniche computazionali per analizzare sistematicamente l’attività dei geni coinvolti nell’epilessia.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

I ricercatori hanno studiato campioni di tessuto cerebrale prelevati dai pazienti affetti da epilessia, durante il trattamento di neurochirurgia.

Partendo da questi campioni, i ricercatori hanno identificato una rete di geni particolarmente attivi nel cervello dei pazienti affetti da epilessia ed un gene chiamato Sestrin3 (SSN3) che agisce come regolatore principale di questa rete.

Questa è la prima volta che Sestrin3 viene implicato nell’epilessia ed il suo ruolo di coordinatore di una rete di geni è stato confermato in studi sui topi e zebrafisch.

Il Dr. Enrico Petretto, del Medical Research Council Clinical Sciences Center presso l’Imperial College of London e coautore senior dello studio, ha detto: “Studiare un “sistema di geni”o una “rete di geni “, ci permette di capire come più geni lavorano insieme e sono coinvolti nello sviluppo della malattia ed è un approccio migliore rispetto allo studio di geni isolati. I sistemi di genetica ci offrono la possibilità di osservare le relazioni funzionali tra i geni e lo sviluppo della malattia. Per battere questa squadra forte di geni, un possibile approccio è quello di individuare il suo coordinatore, il gene coordinatore “master” che in questo caso è SESN3. Se riusciamo a sviluppare farmaci che indirizzano questo gene nel cervello, allora la speranza è di poter influenzare l’intera rete di geni coinvolti nell’epilessia, piuttosto che singole parti e di conseguenza, ottenere risultati più efficaci”.

” Utilizzare campioni chirurgici di tessuto cerebrale di pazienti affetti da epilessia, ci ha offerto l’opportunutà unica di capire come i geni sono coordinati nel cervello delle persone affette da epilessia. I pazienti con grave epilessia del lobo temporale, che non rispondono ai farmaci, possono sottoporsi ad intervento chirurgico per rimuovere una parte del cervello ed alleviare i loro attacchi epilettici. La nostra ricerca è stata in grado di utilizzare campioni di tessuto cerebrale donati da 129 pazienti, per analizzare l’attività genetica e funzionale alla base della loro epilessia”, ha continuato il ricercatore.

Il Dr. Michael Johnson ha anche dichiarato: ” Questo studio offre l’opportunità di un nuovo approccio per il trattatmento dell’epilessia. I farmaci esistenti sono solo trattamenti sintomatici che riducono i “sequestri”, ma non trattano la malattia alla base. Di conseguenza troviamo che questi farmaci non funzionano in un terzo delle persone affette dalla condizione. In questo studio abbiamo adottato un nuovo approccio individuato una  rete di geni e mappato il loro controllo esercitato, in questo caso, da un singolo gene SESN3. Abbiamo identificato SESN3 come ” maestro regolatore” dei geni coinvolti nei processi infiammatori chiave nel cervello di pazienti affetti da epilessia. SESN3 potrebbe essere un bersaglio per trattamenti nuovi e più efficaci”.

Per lo studio, i ricercatori hanno collaborato con la società Farmaceutica UCB, nonchè con i ricercatori dell’Università di Shieffield e dell’Università di Bonn.

” Attualmente siamo impegnati a capire come SESN3 coordina la rete di geni nell’epilessia e soprattutto come possiamo modificarlo per trattare l’epilessia. Abbiamo anche pensato di estendere l’approccio basato su sistemi genetici ad altri disturbi del cervello umano come il morbo di alzheimer e disturbi dello sviluppo neurologico”.

Fonte http://www.nature.com/ncomms/2015/150123/ncomms7031/abs/ncomms7031.html

Newsletter

Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail

Articoli correlati

In primo piano