(Lupus-Immagine Credit Public Domain).

Dopo l’esposizione al sole, le persone con lupus eritematoso sistemico (LES) sviluppano frequentemente eruzioni cutanee, che spesso sono accompagnate da una riacutizzazione della loro malattia generale. Questa connessione tra luce ultravioletta (UV) e riacutizzazioni della malattia nel lupus è ben nota, ma il modo in cui l’esposizione ai raggi UV effettivamente innesca la malattia è stato poco compreso.

In un nuovo studio presentato all’ACR Convergence 2022, l’incontro annuale dell’American College of Rheumatology, i ricercatori dell’Hospital for Special Surgery (HSS) riferiscono di aver trovato un meccanismo alla base che spiega questa associazione: la diminuzione del drenaggio linfatico, che contribuisce sia alla fotosensibilità che a una risposta immunitaria nei linfonodi. La ricerca suggerisce anche che l’aumento del drenaggio linfatico può essere un trattamento efficace per la fotosensibilità e l’autoimmunità del lupus.

“Quando le persone con lupus hanno una riacutizzazione sistemica della loro malattia, questa riacutizzazione può colpire qualsiasi organo”, afferma l’autrice senior dello studio Theresa T. Lu, MD, PhD , che detiene la cattedra al St. Giles per la ricerca presso l’HSS. Research Institute, è membro della facoltà di Reumatologia Pediatrica e di Reumatologia presso HSS ed è Prof.ssa di microbiologia e immunologia e di pediatria presso Weill Cornell Medicine. “Volevamo capire perché l’esposizione al sole a livello della pelle colpisce organi interni come reni, cuore e polmoni”.

“Questo studio fa luce su come l’esposizione al sole e la luce UV facciano sì che le persone affette da lupus abbiano più autoanticorpi nel sangue”, aggiunge il primo autore William Ambler, MD, un ex collega dell’HSS nel laboratorio della Dr.ssa Lu che ora è al Metzger Scholar presso il National Institute of Arthritis e malattie muscoloscheletriche e della pelle presso il National Institutes of Health.

La pelle comunica con il sistema immunitario inviando cellule e segnali molecolari attraverso i vasi linfatici ai linfonodi, dove iniziano le risposte immunitarie. I segnali che la pelle invia ai linfonodi controllano il tipo di risposte immunitarie che si verificano. I vasi linfatici svolgono anche la funzione di rimuovere liquidi e cellule dalla pelle. Se i vasi linfatici non funzionano correttamente per portare i segnali dalla pelle ai linfonodi, può verificarsi una risoluzione ritardata dell’infiammazione cutanea, con conseguente invio di segnali difettosi ai linfonodi.

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La ricerca nel laboratorio di Lu suggerisce che il flusso linfatico dalla pelle ai linfonodi drenanti è ridotto nelle persone con lupus. I ricercatori ipotizzano che questo flusso ridotto alteri le risposte immunitarie dei linfonodi, rendendole più patogene. Hanno deciso di esaminare più da vicino questa comunicazione e il modo in cui influisce sulla funzione immunitaria. L’attuale ricerca ha utilizzato sia campioni di pazienti che modelli murini di LES.

I ricercatori hanno studiato biopsie cutanee di pazienti affetti da lupus e di volontari sani che fungevano da controlli. Quando hanno esaminato i campioni dei pazienti affetti da lupus, hanno trovato questi vasi linfatici più dilatati rispetto ai controlli sani. Ciò ha fornito la prova che le persone con lupus hanno uno scarso flusso linfatico.

Hanno quindi studiato modelli murini di LES, utilizzando un colorante iniettato nella pelle per visualizzare il flusso del fluido linfatico. Hanno scoperto che quando i topi modello di lupus venivano esposti alle radiazioni UV, rimaneva più colorante nella pelle. Ciò ha fornito la prova che i vasi linfatici non stavano eliminando il fluido come avrebbero dovuto.

È importante sottolineare che i ricercatori hanno quindi cercato di vedere se potevano migliorare alcuni segni distintivi della malattia nei topi utilizzando tecniche di drenaggio linfatico manuale per manipolare il flusso del fluido linfatico. Questo tipo di terapia viene utilizzato nelle persone con alcuni tipi di cancro, in particolare il cancro al seno, per prevenire il linfedema (accumulo di liquidi e gonfiore) dopo la rimozione chirurgica dei linfonodi. Hanno scoperto che l’esecuzione del drenaggio linfatico nei topi ha ridotto il numero di plasmablasti e cellule B del centro germinativo, tipi di cellule che sono noti per essere attori importanti nel lupus.

Il Dott. Ambler e Lu sono ottimisti sul fatto che il drenaggio linfatico manuale possa giovare ai pazienti affetti da lupus, ma sottolineano che sono necessari studi clinici sui pazienti per confermare la sicururezza ed efficacia.

I ricercatori notano che questa ricerca è importante anche perché fa avanzare il campo della più ampia comprensione di come la pelle e gli organi comunicano attraverso i linfonodi e il sistema immunitario.

Fonte:NewsWise