HomeSaluteCancro intestinale: variante genetica collegata alla sopravvivenza

Cancro intestinale: variante genetica collegata alla sopravvivenza

Un team della School of Medicine dell’Università di Cardiff ha analizzato oltre 7.600 pazienti con cancro intestinale (CRC) provenienti da 14 diversi centri nel Regno Unito e negli Stati Uniti ed ha scoperto che una variante genetica del gene CDH1 (che codifica per la caderina E) era fortemente legata alla sopravvivenza.

Gli scienziati ritengono che le informazioni raccolte combinando i dati delle variazioni genetiche ereditarie e delle variazioni riscontrate all’interno dei tumori, giocheranno un ruolo cruciale nella gestione della sopravvivenza dei pazienti.

Il leader dello studio, il Professor Jeremy Cheadle della Cardiff University School of Medicine, ha dichiarato: “I nostri risultati mostrano che i pazienti portatori di una specifica variante genetica, che si trova in circa l’8% dei pazienti, hanno una sopravvivenza peggiore, con una diminuzione dell’aspettativa di vita di circa quattro mesi”.

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Il Dottor Lee Campbell, responsabile dei progetti scientifici e delle comunicazioni di ricerca di Cancer Research Wales, che ha cofinanziato lo studio, ha dichiarato: “Questo lavoro mostra il potenziale utilizzo di varianti genetiche per informazioni clinicamente utili sui pazienti affetti da cancro al colon. Non solo questo importante pezzo di ricerca consente ai medici di prendere decisioni terapeutiche più informate per gli individui in futuro, ma ha anche la capacità di migliorare i programmi di screening o di sorveglianza post-operatoria esistenti per questa malattia”.

Il Dottor Ian Lewis, Direttore della ricerca e delle politiche presso Tenovus Cancer Care, che ha anche finanziato questo studio, ha aggiunto: “Questo studio rappresenta un primo passo fondamentale per migliorare i risultati dei pazienti con cancro del colon-retto attraverso una maggiore comprensione dei fattori genetici che lo influenzano. Siamo lieti di essere stati in grado di contribuire a finanziare questo importante lavoro”.

Fonte: Clinical Cancer Research

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