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Dieta ricca di proteine animali associata a steatosi epatica non alcolica nelle persone in sovrappeso

Un ampio studio epidemiologico presentato oggi al The International Liver Congress™ 2017 ad Amsterdam, ha dimostrato che una dieta ricca di proteine animali è associata ad un più alto rischio di steatosi epatica non alcolica, una condizione in cui il grasso si accumula nel fegato. Lo studio ha anche dimostrato che il consumo di fruttosio potrebbe non essere così dannoso come precedentemente ipotizzato.

( Vedi anche:Individuato un nuovo percorso per il trattamento della steatosi epatica non alcolica).

La steatosi epatica non alcolica (NASH) è una malattia del fegato caratterizzata dall’accumulo di grasso (lipidi) nel fegato. A differenza della steatosi epatica (il fegato grasso identificato con la sigla NAFLD) è caratterizzata da una condizione più grave in cui il fegato è soggetto a processi infiammatori, di cicatrizzazione e morte dei tessuti (necrosi), che alterano in modo definitivo la funzionalità dell’organo.È una malattia epatica cronica che può evolvere fino allo stadio di cirrosi epatica e portare ad insufficienza epatica. Inoltre, la malattia contribuisce anche ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, il diabete mellito e aterosclerosi. La steatosi epatica non alcolica viene diagnosticata quando l’accumulo di grasso nell’organo supera il 5% degli epatociti (le cellule che compongono la maggior parte del fegato). Si stima che circa 1 miliardo di persone in tutto il mondo soffrono della condizione, con una prevalenza del 20-30% nei paesi  occidentali. La steatosi epatica non alcolica può essere trattata con la dieta e cambiamento dello stile di vita, come la perdita di peso anche se da sola, la perdita di peso non è sufficiente per invertire la malattia. Prove emergenti suggeriscono che la composizione della dieta, piuttosto che la quantità di calorie consumate, potrebbe essere importante nel trattamento della malattia.

“Uno stile di vita sano è il cardine del trattamento di questi pazienti, ma mancano specifiche raccomandazioni dietetiche”, ha detto Louise Alferink, ricercatore dell’ Erasmus Medical Center a Rotterdam e autore principale dello studio. “I risultati di questo studio dimostrano che le proteine animali sono associate allo sviluppo della steatosi epatica non alcolica nelle persone anziane in sovrappeso. Un altro dato interessante è che, anche se le attuali linee guida sconsigliano gli alimenti contenenti fruttosio, i nostri risultati non indicano un’associazione dannosa di mono e disaccaridi con la steatosi epatica non alcolica.  Questi risultati devono essere interpretati con cautela, ma ipotizziamo che l’aumento del consumo di prodotti alimentari sani come frutta e verdura ricca di antiossidanti, potrebbe in parte spiegali”, ha aggiunto il ricercatore.

Allo studio, condotto in Olanda, hanno partecipato un totale di 3.440 persone delle quali 1.040 (il 30%) erano magre (indice di massa corporea [BMI] inferiore a 25 kg / m2) e 2.400 (70%) erano in sovrappeso (BMI di 25 kg / m2 o maggiore). L’età media era di 71 anni e la steatosi epatica non alcolica, valutata con l’ecografia addominale, era presente in 1.191 (35%) partecipanti. L’ assunzione di macronutrienti è stata registrata usando un validato questionario di frequenza alimentare ed analizzato con il metodo dei quartili (percentuale di energia).

Le associazioni significative tra macronutrienti e steatosi epatica non alcolica sono state trovate principalmente negli individui in sovrappeso. I risultati hanno dimostrato che la proteina totale è associata con una maggiore probabilità di sviluppare la condizione e questa associazione è stata principalmente determinata da proteine animali. Dopo aggiustamenti per i fattori metabolici, le proteine animali, ma non le proteine totali, sono rimaste significativamente associate alla steatosi epatica non alcolica. Inoltre, una dieta ricca di mono e disaccaridi è stata associata ad una minore probabilità di sviluppare la malattia, anche se questa associazione non è rimasta dopo che fattori metabolici sono stati presi in considerazione. Infine, sono state effettuate analisi di sostituzione per verificare se la sostituzione di un macronutrienti con altri macronutrienti era associata alla steatosi eopatica, ma non sono stati trovati effetti di sostituzione consistenti e questo sottolinea la necessità di una dieta varia.

“Questo ampio studio indica che l’aumento di proteine nella dieta, in particolare di proteine di origine animale, aumenta la probabilità di sviluppare la steatosi epatica non alcolica”, ha detto il Prof.Philip Newsome, del Centre for Liver Research e Professore all’ Experimental Hepatology, University of Birmingham oltre che membro EASL.

Fonte: The International Liver Congress™ 2017

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