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Virus Zika, un lupo travestito da agnello

Il virus Zika è un patogeno del genere Flavivirus che si trasmette tramite punture di zanzare infette del genere Aedes, in modo particolare Aedes aegypti  o zanzara tigre, nelle zone tropicali, le stesse attraverso cui si diffondono la Dengue, la febbre gialla e la chikungunya.

Il virus è stato identificato in una scimmia in Africa nel 1947. Il suo nome deriva da una foresta in Uganda, dove sono state trovate le prime scimmie rhesus infette. Entro alcuni anni il virus è stato trasmesso agli esseri umani in Uganda e Tanzania, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)e dallo scorso ottobre in diversi paesi del centro e sud America, dove si sta diffondendo rapidamente.

 

Nel 70/ 80 per cento dei casi, la malattia passa inosservata. I sintomi assomigliano a un caso delicato di influenza con mal di testa, dolori muscolari e articolari e lieve febbre, più una eruzione cutanea.

I sintomi di solito durano da due a sette giorni e si calcola che a manifestarli sia solamente una persona su 4. Inoltre, i sintomi non così specifici e comuni ad altre infezioni e la stessa identificazione del virus non è facile.

Non ci sono vaccini e in genere le infezioni non danno complicazioni e sono solitamente trattate con i medicinali comuni contro febbre e dolori. Se si escludono casi sporadici con complicazioni gravi e malattie pre-esistenti, precisa l’Oms, il virus Zika non porta alla morte. Non ci sono evidenze che il virus che sta interessando il centro e sud America, possa causare morte.

Sebbene le zanzare Aedes aegypti siano ritenute il principale vettore del virus, il patogeno potrebbe trasmettersi anche attraverso specie diverse, come Aedes albopictus. Non è da escludere inoltre, la trasmissione per via sessuale o attraverso trasfusioni di sangue. Il modo migliore per prevenire le infezioni è evitare le punture di zanzara, coprendo il più possibile il corpo, utilizzando zanzariere, repellenti e insetticidi e facendo attenzione alle acque stagnanti in vasi o qualsiasi altro contenitore.

Perché gli esperti sono preoccupati? Il virus Zika e il sospetto legame con la microcefalia

Il potenziale legame tra virus e rischio microcefalia è emerso lo scorso ottobre, quando il Brasile, investito dall’epidemia di Zika nel maggio del 2015 e dove gli infetti potrebbero essere 1,5 milioni, ha riferito di un’insolito aumento di casi di bambini nati con microcefalia, una condizione caratterizzata da una significativa riduzione del volume cerebrale e della circonferenza cranica.

La malattia è sospettata di causare due gravi complicazioni: problemi neurologici e difetti di nascita nei bambini nati da donne infette. Ma mentre sembra esserci un collegamento con Zika, i ricercatori non hanno definitivamente confermato un nesso di causalità.

Le autorità di Brasile, Colombia, Ecuador, El Salvador e Giamaica hanno consigliato alle coppie di evitare la gravidanza, per il momento.

La principale complicazione neurologica è la sindrome di Guillain-Barre, una malattia in cui il sistema immunitario attacca il sistema nervoso, causando debolezza e talvolta paralisi.

Casi di microcefalia sono stati riportati soprattutto in Brasile e saliti da 163 all’anno in media a 3530, dopo lo scoppio Zika, iniziato lo scorso anno. Quarantanove di quei bambini sono morti. Il governo brasiliano ha deciso di stanziare fondi per la ricerca di un vaccino contro il virus Zika, pericoloso soprattutto per i danni celebrali che causa nei feti.

Qual’ è il trattamento?

Non esiste un vaccino per Zika, nè uno specifico trattamento.

Le autorità hanno risposto alla epidemia disinfettando e pulendo l’acqua stagnante dove le zanzare si riproducono.

Le autorità di Brasile, Colombia, Ecuador, El Salvador e Giamaica hanno consigliato alle coppie di evitare la gravidanza, per il momento.

I centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, hanno emesso un avviso che consiglia alle donne incinte di evitare viaggi in Brasile e in altri paesi del continente americano dove si sono verificati focolai Zika.

Dove si trova Zika ora?

Il virus è stato segnalato prima in Africa, Asia e nel Pacifico prima di saltare in America, lo scorso anno.

Si sta diffondendo a livello locale in circa 20 paesi latinoamericani e dei Caraibi, a nord fino in Messico. I centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, hanno emesso un avviso che consiglia alle donne incinte di evitare viaggi in Brasile e in altri paesi del continente americano dove si sono verificati focolai Zika. La lista indica 14 paesi: Brasile, Colombia, El Salvador, Guiana francese, Guatemala, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Paraguay, Puerto Rico, Suriname e Venezuela.

Primi casi in  Italia e Gran Bretagna

Si registrano quattro casi di infezione da Zika anche in Italia e tre in Gran Bretagna, ma le persone infette erano appena rientrate da viaggi ai Caraibi e Sud America. La sanità britannica ha voluto puntualizzare che il virus Zika “non si trova in forma naturale” nelle isole britanniche e che “non si contagia direttamente da persona a persona”.

Fonte: http://medicalxpress.com/news/2016-01-zika-virus-wolf-sheep.html

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