HomeSaluteTumoriUlteriore prova che la cannabis riduce la crescita tumorale

Ulteriore prova che la cannabis riduce la crescita tumorale

Il principale ingrediente psicoattivo della cannabis, il  – tetraidrocannabinolo –  potrebbe essere utilizzato per ridurre la crescita cancro tumorale secondo un gruppo di ricerca internazionale.

Studi precedenti hanno suggerito che i cannabinoidi, ed in particolare il tetraidrocannabinolo (THC), hanno proprietà anti-cancro. Nel 2009, i ricercatori della Complutense University in Spagna hanno trovato che THC induce la morte delle cellule tumorali del cervello, in un processo noto come “autofagia”.

Quando tumori umani indotti in modelli di topi sono stati presi di mira con dosi di THC, i ricercatori hanno scoperto che due recettori cellulari erano particolarmente associati con una risposta anti-tumorale.

I ricercatori hanno scoperto che la somministrazione di THC ai topi con tumori umani, ha avviato l’autofagia e ha causato la riduzione della crescita dei tumori. Due pazienti umani con tumori cerebrali altamente aggressivi, che hanno ricevuto la somministrazione intracranica di THC, hanno mostrato segni simili di autofagia.

Il team,  – co-condotto dalla Complutense University e dalla University of Anglia (UEA) nel Regno Unito – afferma di aver scoperto sconosciute “piattaforme di segnalazione” che permettono a THC di ridurre i tumori.

“THC, il principale componente attivo della marijuana, ha proprietà anti-cancro. Questo composto è noto per agire attraverso una specifica famiglia di recettori delle cellule chiamati recettori dei cannabinoidi,” dice il Dott. Peter McCormick, dalla Facoltà di Farmacia di UEA.

“Abbiamo dimostrato che questi effetti sono mediati attraverso l’interazione congiunta di CB2 e GPR55 – due membri della famiglia dei recettori dei cannabinoidi. I nostri risultati aiutano a spiegare alcuni degli effetti ben noti, ma ancora poco conosciuti di THC a basse ed alte dosi per inibire la crescita tumorale”.

Il Dott. McCormick spiega che c’è stato un “grande interesse” nella comprensione dei meccanismi molecolari alla base dell’ influenza della marijuana sulla patologia del cancro che ha azionato l’industria farmaceutica per sintetizzare una versione medica del farmaco che conserva le proprietà anti-cancro.

“Identificando i recettori coinvolti abbiamo fornito un importante passo verso il futuro sviluppo di terapie in grado di sfruttare le interazioni che abbiamo scoperto per ridurre la crescita del tumore”, dice il Dott. McCormick.

Perché i pazienti non dovrebbe ‘automedicarsi’ con la marijuana

” I malati di cancro non devono essere tentati dal’ automedicazione”, avverte Dr. McCormick:

“La nostra ricerca utilizza un composto chimico isolato e la concentrazione giusta è fondamentale. I malati di cancro non devono usare la cannabis per automedicazione. Spero che la nostra ricerca possa rendere disponibile un equivalente sintetico sicuro, in un futuro non troppo lontano”.

La città di Berkeley in California, è il primo stato negli Stati Uniti, a permettere l’uso medico della marijuana. Nel 1996 ha approvato una legge che richiede a quattro dispensari di marijuana in città, di fornire marijuana medica gratuita ai pazienti a basso reddito a cui il farmaco è stato prescritto.

Nel frattempo, l’ Arizona ha ampliato la gamma delle condizioni per le quali la marijuana medica può essere prescritta come un trattamento, per condizioni come il cancro, dolore cronico e spasmi muscolari e come una forma di cure palliative per il disturbo da stress post-traumatico.

Fonte

Targeting CB2-GPR55 receptor heteromers modulates cancer cell signaling, Estefanía Moreno, et al., J Biol Chem, published online 18 June 2014.

Additional source: University of East Anglia news release, accessed 14 July 2014.

 .

Newsletter

Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail

Articoli correlati

In primo piano