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Studio rivela come l’HIV entra nel nucleo delle cellule immunitarie

Immagine: HIV (rosso) si accumulano intorno al nucleo delle cellule (blu), ma non sono in grado di entrare in seguito all’esaurimento della proteina KIF5B. Credit: Loyola University Chicago

Gli scienziati della Loyola University Chicago hanno risolto un mistero che da tempo confonde i ricercatori: come fa l’HIV ad entrare nel nucleo delle cellule del sistema immunitario?

La scoperta, riportata sulla rivista PLoS Pathogens, potrebbe portare a nuovi farmaci efficaci per il trattamento di HIV e AIDS, secondo Edward M. Campbell, PhD, autore dello studio. Campbell è Professore associato presso il Dipartimento di Microbiologia e Immunologia della Loyola University Chicago Stritch School of Medicine.

( Vedi anche:HIV: terapia con anticorpi nuovo potenziale trattamento).

L’ HIV infetta e uccide le cellule del sistema immunitario, comprese le cellule T e macrofagi. Questo paralizza il sistema immunitario, rendendo il paziente vulnerabile a batteri comuni, virus e altri agenti patogeni che di solito non causano problemi nelle persone con un sistema immunitario sano.

Una volta che l’HIV entra in una cellula, deve trovare un modo per entrare all’interno del nucleo che contiene il suo DNA. Molti virus correlati aspettano ad entrare nel nucleo fino a quando la cellula si divide, ossia quando la membrana protettiva che circonda il nucleo si rompe. Ma l’ HIV ha la capacità insidiosa di entrare nel nucleo di una cellula con una membrana nucleare intatta.(Questa membrana è nota come involucro nucleare).

Come fa l’HIV ad attraversare la membrana nucleare è rimasto un mistero.

Campbell e colleghi hanno scoperto che una proteina motrice ( proteina in grado di funzionare come motore molecolare nei processi di motilità biologica) chiamata KIF5B, interagisce con sia il nucleo dell’ HIV-1 che con il poro nucleare (“poro nucleare è un complesso proteico dalla forma assimilabile ad un cilindro che attraversa entrambe le membrane che costituiscono l’involucro nucleare, a livello del quale le membrane si fondono tra loro. Il numero di pori varia in relazione alle dimensioni del nucleo, ma soprattutto in conseguenza dell’attività biosintetica della cellula”), in un modo da permettere all’ HIV di entrare nel nucleo. Normalmente KIF5B trasporta vari carichi all’interno della cellula, lontano dal nucleo. Ma l’HIV dirotta KIF5B e se ne serve per uno scopo diverso: induce KIF5B a strappare pezzi della membrana nucleare e a trasportarli lontano dal nucleo, rendendo così il poro largo abbastanza per il suo ingresso nel nucleo. (I pezzi che vengono strappati sono proteine denominate Nup358.)

La scoperta apre una potenziale nuova strategia per la lotta contro l’HIV. Lo sviluppo di un farmaco che impedisce a KIF5B di compromettere i pori nucleari potrebbe impedire all’HIV di entrare furtivamente nel nucleo della cellula ospite. Questo darebbe al sistema immunitario abbastanza tempo per attaccare e distruggere l’HIV.

Le cellule hanno meccanismi di sorveglianza per rilevare virus e loro DNA, nel citoplasma (la parte della cellula al fuori del nucleo). Ma l’ HIV tipicamente può entrare nel nucleo prima che venga rilevato da questi meccanismi. Intrappolare l’ HIV nel citoplasma significa non solo prevenire l’infezione, ma potrebbe anche portare a rilevare l’HIV e quindi indurre una risposta immunitaria.

“E’ come creare un caveau di una banca difficile da scassinare”, ha detto Campbell. “Oltre a rendere il denaro più sicuro, aumenterebbe la possibilità di suonare l’allarme e catturare i ladri”.

Fonte: Scifeeds

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