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SARS-CoV-2: prove emergenti sull origine in laboratorio

SARS-CoV-2-Immagine Credit Public Domain.

Da quando la sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) è emersa per la prima volta a Wuhan, in Cina, nel dicembre 2019, è in corso un dibattito sulle origini del virus. Ci sono state due ipotesi sull’origine del virus: l’origine naturale da una fonte animale e l’origine innaturale da un laboratorio. Si sospetta che un’ampia gamma di specie animali, compresi i pipistrelli, siano potenziali serbatoi di SARS-CoV-2 (Andersen et al., 2020 ), ma nessun animale è stato ancora identificato come ospite naturale o intermedio del virus. 

L’origine della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) è controversa. La maggior parte degli studi si è concentrata sull’origine zoonotica, ma mancano prove definitive come un animale ospite intermedio.

 L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha condotto due indagini sull’origine e ha pubblicato rapporti il ​​26 marzo 2020 (OMS, 2020a ) e il 30 marzo 2021 (OMS, 2021 ), che hanno concluso con la probabilità di quattro origini: (1) zoonotica introduzione (da possibile a probabile), (2) attraverso un ospite intermedio (da probabile a molto probabile), (3) tramite i prodotti della catena del freddo (possibile) e (4) incidente di laboratorio (estremamente improbabile).

Uno studio pubblicato sulla rivista accademica peer-reviewed Risk Analysis suggerisce una maggiore probabilità che SARS-CoV-2 abbia origine in un laboratorio piuttosto che in modo naturale. Questa valutazione del rischio non può dimostrare l’origine del SARS-CoV-2, ma mostra che la possibilità di un’origine di laboratorio non può essere facilmente scartata.

La ricerca indica un’origine innaturale come probabile fonte di SARS-CoV-2

L’origine del COVID-19 è molto dibattuta: la maggior parte degli studi si è concentrata su un’origine zoonotica, ma una ricerca della rivista Risk Analysis ha esaminato la probabilità di un’origine innaturale (cioè da un laboratorio).

I risultati indicano una maggiore probabilità di un’origine innaturale che naturale del virus. I ricercatori hanno utilizzato uno strumento consolidato di analisi del rischio per differenziare le epidemie naturali da quelle innaturali, lo strumento di valutazione Grunow-Finke modificato (mGFT), per studiare l’origine di COVID-19. Questa valutazione del rischio non può dimostrare l’origine specifica del SARS-CoV-2, ma mostra che la possibilità di un’origine di laboratorio non può essere facilmente scartata.

Lo strumento di valutazione Grunow-Finke modificato (mGFT) è una metodologia progettata per valutare la probabilità che un’epidemia abbia avuto origine da fonti naturali o innaturali (ad esempio, laboratorio). Questo strumento è un adattamento dello strumento di valutazione originale Grunow-Finke, sviluppato per valutare il rischio e l’origine delle epidemie di malattie infettive in modo più sistematico.

La mGFT opera analizzando criteri ed evidenze specifiche relative all’epidemia in questione. Questi criteri possono includere la distribuzione geografica della malattia, la presenza dell’agente patogeno nei laboratori, il serbatoio naturale del virus, la tempistica dell’epidemia rispetto ad altri eventi e qualsiasi modello insolito nella diffusione o manifestazione della malattia.

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A ciascun criterio viene assegnato un punteggio in base alle prove disponibili e questi punteggi vengono quindi compilati per fornire una valutazione complessiva. Lo strumento aiuta ricercatori, epidemiologi e funzionari della sanità pubblica a valutare sistematicamente i dati e a determinare l’origine più probabile di un’epidemia, supportando decisioni più informate sulle risposte della sanità pubblica e sulle indagini sulle origini delle malattie.

Fonte: Risk Analysis

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