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SARS-CoV-2 e studi clinici in Italia: a che punto siamo? Ne parla il Prof. Franco Locatelli

Il Presidente del Consiglio Superiore della Sanità, Franco Locatelli, nella conferenza stampa alla Protezione Civile di oggi 30 Marzo 2020, parla degli studi clinici avviati in Italia per far fronte all’emergenza SARS-CoV-2.

Spiega il Prof.Locatelli: “..La seconda riflessione che voglio condividere con voi questa sera, riguarda la parte degli Studi clinici perchè ho ripetutamente sottolineato come nella straordinarietà della situazione epidemica, si fosse identificato un percorso di valutazione ed approfondimento degli studi clinici del tutto unico e singolare, per garantire la massima agibilità e velocità nell’attivazione degli studi. Bene, ho il piacere di comunicarvi che sono stati attivati addirittura 6 studi clinici ed altri due hanno avuto il parere favorevole dell’AIFA e tra poco verranno ulteriormente attivati. Tra questi è importante sottolineare due studi, a mio parere perchè il primo è quello promosso dall’OMS per testare diversi approcci di terapie farmacologiche per prevenire la replicazione virale. Si tratta di uno studio “multibraccia” ovvero a “multipli gruppi” di trattamento che arruolerà un numero molto alto di pazienti e ci consentirà di avere delle risposte solide, robuste e definitive sull’efficacia di una strategia farmacologica.

L’altro studio che voglio citare è uno studio pure controllato randomizzato che andrà ad investire i pazienti che vengono gestiti domiciliarmente e questo ancora una volta ci dà un’idea precisa di quanto è efficiente il sistema italiano in termini di attivazione di Studi non solo in ambito Ospedaliero, ma addirittura a livello domiciliare.

La terza e ultima riflessione la dedico al discorso dei Laboratori che in varie Regioni sono impegnati nella diagnostica molecolare delle infezioni da coronavirus poiche qualche giorno fa, a qualcuno di voi (riferito ai giornalisti presenti) ho dato un numero che già era assai elevato. Avevo detto 77 ( laboratori) e a oggi questo numero è stato ancora implementato a 126 e questo ci racconta lo sforzo che viene profuso a tutti i livelli. E anche qui è importante sottolineare che non c’è una sola Regione di questo Paese che non abbia un Laboratorio Regionale di riferimento. E’ ovvio che le Regioni più popolose ed in particolare quelle dove maggiormente c’è stato l’impatto dell’infezione epidemica, hanno più Laboratori, ma tutte le Regioni italiane sono assolutamente coperte in questa prospettiva. E quando parliamo di Laboratori per la diagnostica molecolare, in qualche modo introduciamo il concetto che si è lavorato anche sulla validazione dei Test che possono permettere di accorciare i normali tempi necessari per l‘identificazione dell’RNA virale che rappresenta il gold standard per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2. Ma anche si sta lavorando in interazione stretta con il Comitato tecnico Scientifico di validazione dei cosiddetti Test sierologici che saranno importanti per definire quella che noi chiamiamo la ” siero-prevalenza” cioè la percentuale nelle varie aree geografiche del nostro Paese di soggetti che presentano nel loro sangue “anticorpi neutralizzanti” perchè sono i più efficaci nelle risposte umorali contro il virus, per determinare la sua diffusione e per ottenere informazioni rilevantissime su quella che può essere “l’immunità di gregge”. Infine queste  informazioni si possono utilizzare per elaborare strategie fondate quanto più possibile sui dati solidi per far ripartire il Paese …”.

Fonte: Conferenza stampa Protezione civile 30 marzo 2020

 

 

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