HomeSaluteVirus e parassitiRicercatori Britannici riferiscono di aver trovato una cura per l'HIV

Ricercatori Britannici riferiscono di aver trovato una cura per l’HIV

La rivista The Times del 30 settembre 2016, riporta che un team di ricercatori del Regno Unito ritiene di aver guarito un uomo affetto da HIV.

L’ uomo britannico di 44 anni, potrebbe essere il primo al mondo ad essere curato della malattia utilizzando una nuova terapia pionieristica progettata per eradicare il virus.

Il paziente, il cui nome non è stato reso noto per motivi di privacy, si è sottopodto al nuovo trattamento che il team ha descritto come ‘uno dei primi veri tentativi di una cura completa della malattia‘, insieme ad altri 50 pazienti. Si tratta della prima terapia creata per rintracciare e distruggere l’HIV in ogni parte del corpo – anche nelle cellule dormienti che eludono gli attuali trattamenti.

( Vedi anche: Studio rivela come l’HIV entra nel nucleo delle cellule immunitarie).

Sono stati compiuti progressi significativi nel trattamento dei pazienti affetti da HIV, nel corso degli ultimi decenni. Molte persone hanno vissuto con il virus per decenni. Eppure, gli scienziati vorrebbero trovare una cura per la malattia e sradicare completamente il virus HIV dal corpo. Si ritiene che circa 37 milioni di persone in tutto il mondo sono attualmente state infettate.

Il progetto è il risultato di una collaborazione trala  University College di Londra, l’Imperial College di Londra, King College di Londra e le Università di Cambridge e Oxford ed è stato finanziato dal servizio sanitario nazionale della Gran Bretagna. Il trattamento che i ricercatori hanno sviluppato è un processo a due fasi. La prima fase prevede l’utilizzo di farmaci antiretrovirali standard, mentre la  seconda fase, che è la vera innovazione del trattamento dell’HIV, attiva le cellule T dormienti che sono state infettate e permette al sistema immunitario di trovare e  uccidere il virus. I ricercatori hanno riferito che il primo paziente è attualmente senza virus, ma la garanzi del risultato potrà arrivare dopo cinque anni di monitoraggio.

Fonte: The Times

Newsletter

Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail

Articoli correlati

In primo piano