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Nascite rinviate domani, causa sciopero ginecologi e ostetrici

Nascite rinviate domani, causa sciopero ginecologi e ostetrici

Domani martedi 12 febbraio è in programma lo sciopero generale nazionale dei ginecologi e degli ostetrici dei punti nascita, dei consultori e degli ambulatori specialistici del territorio.

Lo sciopero è stato indetto dalla associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), dalla Società italiana di ginecologia (Sigo), dall’ Associazione ginecologi universitari (Agui), dalla Federazione sindacale medici dirigenti (Fesmed), dall’ Associazione ginecologi territoriali (Agite), dalla Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica e metodologie biofisiche (Sieog) e dall’Associazione italiana di ostetricia (Aio).

.Nella giornata di domani saranno garantite le prestazioni indispensabili dei servizi pubblici essenziali ai sensi della L.146/90, facendo riferimento ai contingenti minimi essenziali e previsti dagli accordi vigenti, pertanto nei reparti sarà presente il personale sanitario necessario.  Saranno pertanto assicurate le attività di assistenza al parto e le prestazioni ostetrico-ginecologiche in urgenza nei punti nascita dei vari Ospedali. Sono invece sospese tutte le attività programmate (induzioni al travaglio di parto, interruzioni volontarie di gravidanza, cesarei, ecc…) e sono già state riprogrammate in accordo con le donne interessate.

BALDUZZI, DATI CESAREI PREOCCUPANTI, INTERVERREMO – I dati dell’indagine sulla appropriatezza dei parti cesarei “sono molto preoccupanti e ci vuole un intervento ulteriore. E’ un forte campanello d’allarme poiché i dati ci dicono che ci sono comportamenti opportunistici sui quali bisogna intervenire”. Lo ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, presentando oggi presso il dicastero i primi dati relativi all’indagine campionaria. Il profilo giudiziario, ha sottolineato il ministro, “é l’ultima ratio, però i presenza di dati che creano ragionevoli dubbi sulla legalità dei comportamenti, c’é il dovere di perseguire la strada giudiziaria”. I risultati dell’indagine rappresentano inoltre, ha affermato Balduzzi, una “ulteriore indicazione alle Regioni perché controllino maggiormente la completezza e la veridicità delle cartelle cliniche”. Riferendosi quindi alla non corrispondenza di varie schede di dimissioni ospedaliere per parto cesareo rispetto alle cartelle cliniche, il ministro ha sottolineato come si sia verificato che in varie situazioni le cartelle cliniche “dicessero cose diverse rispe3tto a quanto documentato dalle indagini ecografiche o radiologiche, o addirittura mancasse all’interno della cartella la documentazione stessa volta a supportare la diagnosi”.

“Se verrà effettivamente dimostrato che il 43% dei parti cesarei per posizione anomala del feto è inappropriato, come rileva l’indagine del Ministero della salute, “ciò significherebbe per il sistema sanitario nazionale uno spreco di 80-85 milioni di euro l’anno”. Lo ha detto il ministro della salute Renato Balduzzi presentando oggi l’indagine nazionale sull’appropriatezza del ricorso al parto cesareo.

Lo sciopero riguarda anche le unità funzionali consultoriali dove le visite specialistiche e le indagini diagnostiche sono state rinviate e nuovamente prenotate.

Fonte ANSA

 

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