HomeMedicina AlternativaL'erba di San Giovanni mostra attività antivirale

L’erba di San Giovanni mostra attività antivirale

Scienziati tedeschi hanno recentemente identificato l’Hypericum perforatum, una pianta erbacea diffusa nota come erba di San Giovanni, come potenziale agente antivirale contro l’infezione da SARS-CoV-2 e varianti.

Lo studio è pubblicato sulla rivista Pharmaceuticals.

La pandemia COVID-19 causata da SARS-CoV-2 ha messo un onere senza precedenti sul sistema sanitario globale, con oltre 510 milioni di infezioni e oltre 6,22 milioni di decessi in tutto il mondo. Sebbene il rapido sviluppo di vaccini efficaci abbia controllato in modo significativo la traiettoria della pandemia, l’indisponibilità di specifiche terapie antivirali è diventata una significativa preoccupazione per la salute pubblica.

Oltre a riproporre farmaci antivirali clinicamente approvati e sviluppare nuovi piccoli inibitori molecolari, diversi studi hanno studiato l’efficacia antivirale di composti bioattivi di origine vegetale contro COVID-19. Questi studi hanno indicato che un’interazione diretta tra prodotti vegetali e virus può inibire l’ingresso virale o causare l’interruzione nella fase iniziale della replicazione virale.

Nel presente studio, gli scienziati hanno verificato l’efficacia antivirale dell’estratto dell’ Hypericum perforatum contro l’infezione da SARS-CoV-2. L’efficacia antivirale di questa pianta è già stata osservata contro il virus dell’herpes simplex, il citomegalovirus umano, il virus dell’epatite B, il virus dell’influenza A e il virus dell’immunodeficienza umana. In particolare, gli scienziati hanno studiato se un estratto secco quantificato di Hypericum perforatum e i suoi due costituenti attivi naftodiantrone ipericina e pseudoipericina possono bloccare le infezioni causate da SARS-CoV-2 e dalle sue varianti. 

Osservazioni importanti

L’analisi dell’efficacia di blocco virale utilizzando una proteina spike SARS-CoV-2 ha rivelato che l’estratto vegetale è in grado di inibire SARS-CoV-2 in modo dose-dipendente senza causare effetti citotossici.

Cinque composti principali della pianta sono stati selezionati e studiati per identificare gli inibitori specifici del virus. Questi composti includevano naftodiantroni ipericina e pseudoipericina, iperforina derivata del floroglucinolo, proantocianidina/tannini condensati procianidina C1 e glicoside flavonolico (quercetina-3- O – glucuronide). L’analisi ha rivelato che il trattamento con ipericina e pseudoipericina porta rispettivamente alla inibizione del virus completa e all’inibizione all’82%. Tuttavia, non è stato osservato alcun impatto di altri composti testati sull’ingresso virale. Inoltre, non sono stati osservati effetti citotossici significativi di ipericina e pseudoipericina.

Quando sono stati testati contro l’infettiva genuina, sia l’estratto vegetale che i suoi composti attivi ipericina e pseudoipericina hanno mostrato un’attività antivirale simile a quella osservata contro il virus pseudo-tipizzato. Inoltre, sia l’estratto vegetale che l’ipericina hanno mostrato una potente attività antivirale contro le varianti alfa, beta, delta e omicron di SARS-CoV-2.

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Sono stati condotti diversi esperimenti per determinare la modalità d’azione antivirale dell’estratto vegetale e del suo composto più attivo ipericina. I risultati hanno rivelato che il pretrattamento di SARS-CoV-2 con l’estratto vegetale o l’ipericina prima dell’infezione riduce significativamente i titoli virali. Inoltre, il trattamento delle cellule con gli stessi composti dopo l’infezione da SARS-CoV-2 ha causato anche una diminuzione dei titoli virali; tuttavia, il grado di inibizione era relativamente più basso nella condizione successiva.

Con ulteriori analisi, è stato osservato che il pretrattamento del virus con estratto vegetale o ipericina porta a una significativa riduzione dell’espressione del nucleocapside SARS-CoV-2, indicando l’effetto diretto di entrambi i composti sull’infettività delle particelle virali. Tuttavia, non sono stati osservati effetti di questi composti sull’espressione o sulla funzione della proteina spike SARS-CoV-2.

Significato dello studio

Lo studio identifica l’estratto vegetale di Hypericum perforatum e il suo composto attivo ipericina come potenti inibitori di SARS-CoV-2 e delle sue varianti alfa, beta, delta e omicron. Entrambi i composti bloccano direttamente l’infettività virale in una fase iniziale dell’infezione, portando a una significativa riduzione dei titoli virali. Tuttavia, nello studio non è stato osservato alcun impatto dei composti sull’ingresso virale mediato da spike SARS-CoV-2.

Sebbene il pretrattamento di SARS-CoV-2 con i composti prima dell’infezione abbia mostrato la più alta attività antivirale, entrambi i composti hanno anche rivelato una potente attività di blocco del virus nelle cellule già infette. Ciò evidenzia la possibilità di un’ulteriore modalità d’azione intracellulare dei composti.

Dato il profilo di sicurezza accettabile e la potente efficacia antivirale, Hypericum perforatum e i suoi composti attivi potrebbero essere considerati potenziali agenti terapeutici e profilattici contro COVID-19.

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