HomeSaluteLa scarsa igiene domestica contribuisce alla resistenza agli antibiotici

La scarsa igiene domestica contribuisce alla resistenza agli antibiotici

Immagine: Public Domain.

Secondo gli esperti di salute pubblica del Global Hygiene Council (GHC), seguire un approccio all’igiene domestica è essenziale per aiutare a contenere la crescente minaccia della resistenza agli antibiotici.

Si stima che i tassi di resistenza agli antibiotici di uso comune potrebbero superare il 40-60% in alcuni paesi entro il 2030. Con la resistenza antimicrobica destinata a reclamare la vita di 10 milioni di persone entro il 2050 se non viene intrapresa alcuna azione, gli esperti del GHC chiedono una revisione delle pratiche igieniche nelle case e nella vita quotidiana per garantire che siano efficaci e appropriate ai problemi di salute pubblica urgenti che dobbiamo affrontare attualmente, come COVID-19.

In un nuovo Position Paper sviluppato dal GHC e pubblicato nell’ultima edizione dell’American Journal of Infection Control, gli esperti hanno esposto le prove che dimostrano che una migliore igiene nelle nostre case e nella vita quotidiana gioca un ruolo essenziale nell’affrontare la resistenza agli antibiotici. Una buona igiene contribuisce alla lotta contro la resistenza antimicrobica in due modi, prevenendo l’infezione, riducendo così la necessità di prescrivere antibiotici e prevenendo la diffusione da persona a persona di infezioni resistenti agli antibiotici.

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Il documento esamina le prove che per ridurre al minimo la diffusione delle infezioni in ambienti domestici e comunitari, è necessario un approccio più mirato all’igiene basato sulla valutazione del rischio. Ad esempio, è stato dimostrato che la rimozione di germi che diffondono infezioni dalle superfici e dalle mani ad alto rischio nei momenti critici, come quando si prepara il cibo e si usa il bagno, riduce al minimo la diffusione delle infezioni da persona a persona. Uno studio di intervento dimostra che una migliore igiene delle mani tra un gruppo di bambini in un centro diurno può ridurre del 30% la necessità di uso di antibiotici per le comuni infezioni respiratorie, come spiega la Prof.ssa pro Sally Bloomfield, esperta di salute pubblica e co-autrice del documento.

In concomitanza con la pubblicazione del documento, il GHC ha lanciato un Manifesto che invita i responsabili politici, le agenzie sanitarie e gli operatori sanitari nazionali e internazionali a riconoscere ulteriormente l’importanza dell’igiene negli ambienti domestici e della vita quotidiana e riconoscere quanto segue:

1 / I comitati nazionali contro la resistenza antimicrobica, responsabili dell’attuazione dei piani nazionali contro la resistenza antimicrobica, dovrebbero riconoscere che una migliore igiene delle mani e delle superfici in casa e nella comunità è fondamentale per ridurre al minimo la diffusione delle infezioni e, di conseguenza, il consumo di antibiotici, che poi aiuteranno nella lotta contro l’antibiotico resistenza. Per raggiungere questo obiettivo, le raccomandazioni per una migliore igiene nella comunità più ampia dovrebbero essere incluse nei piani d’azione globali contro la resistenza antimicrobica entro il 2022 e in tutti i piani nazionali entro il 2025.

2 / La consulenza, la guida e l’educazione degli operatori sanitari sull’igiene delle mani e delle superfici e la sua relazione con l’antibiotico resistenza non dovrebbero essere limitate alle strutture sanitarie, ma includere anche raccomandazioni per influenzare la comunità più ampia con effetto immediato.

Con prove che dimostrano che l’igiene domestica e della comunità deve essere presa urgentemente più seriamente, è tempo che la comunità globale collabori e riconosca che la riduzione della necessità di prescrizione di antibiotici e la circolazione dei ceppi di resistenza antimicrobica nelle strutture sanitarie non può essere ottenuta senza ridurre anche la circolazione delle infezioni e dei ceppi AMR nella comunità.

Fonte: EurekAlert

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