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La fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale (AF o FA) è un’artmia cardiaca, caratterizzata da un’anormale scarica spontanea (attività ectopica), derivante da fonti diverse dal nodo senoatriale (SA). Nel normale ritmo cardiaco,l’impulso generato dal nodo senoatriale, causa la contrazione del muscolo cardiaco che permette, a sua volta, il pompaggio del sangue.Nella FA, la non coordinata attività atriale,impedisce una efficacie contrazione atriale per cui, la funzione di pompa del cuore, viene esercitata dalle contrazioni ventricolari. Durante la FA, il miocardio perde circa il 5% di contributo della contrazione atriale, nella sua funzione contrattile cardiaca. La Fibrillazione atriale, rappresenta la più diffusa forma di aritmia, dopo le extrasistole. Colpisce l’1/2% della popolazione occidentale; è più frequente nei maschi che nelle femmine; difficilmente colpisce i giovani e la sua frequenza aumenta con l’aumento dell’età. Nel 70% dei casi , la FA è associata a disfunzione cardiaca,invecchiamento ( a causa del rimodellamento strutturale),insufficienza cardiaca,ipertensione,malattia della valvola cardiaca. Condizioni predisponenti sono: peri o miocarditi, cardiopatia ipertrofica, ipertiroidismo, apnea del sonno,obesità,stress,abuso acuto di alcool o nicotina o caffeina,determinanti genetici,interventi chirurgici, ipoglicemia,infezioni croniche,squilibri elettrolitici gravi tra sodio e potassio o tra calcio e magnesio. Si distingue: FA parossistica che si manifesta in soggetto apparentemente sano dal punto di vista cardiologico e FA cronica che si manifesta in paziente portatore di malattie cardiache. Tra i sintomi è rilevante il senso di astenia, palpitazioni ed in casi gravi ,svenimenti o scompenso cardiaco. Caratteristico è il battito rapido ed irregolare . Un attacco di FA, può durare poche ore o diversi giorni, raramente più di una settimana .  La conseguenza più grave della  FA, può essere l’embolia cerebrale , causata dall’ inefficacie contrazione atriale.(nelle pareti degli atri,il sangue tende a ristagnare formando trombi che spinti nel flusso sanguigno  ,possono causare ictus)). La diagnosi viene fatta con elettrocardiogramma che evidenzia l’assenza di onde P che possono essere sostituite da onde F, piccole ondulazioni irregolari con frequenza di circa 500 al minuto, continue durante tutto il ciclo cardiaco. Uno studio recente, ha evidenziato che l’eccesso di vitamina  D, in circolo nel sangue,potrebbe aumentare di ben due volte e mezzo, il rischio di ammalarsi di FA. In Italia è disponibile un farmaco a base di dronedarone , un principio attivo, antiritmico, in grado di aumentare il tempo che intercorre tra una contrazione dell’atrio e l’altra. Inoltre, diversi studi clinici, hanno dimostrato l’efficacia dell’uso di magnesio per via intramuscolare, nel contrastare attacchi di fibrillazione mentre non ci sono ancora studi che accertano la stessa validità del magnesio, se assunto per via orale. Alcuni ricercatori sostengono che l’uso di anticoagulanti, al fine di evitare trombi, è ingiustificato in pazienti con età inferiore ai 60 anni in quanto, i pericoli ( emorragie interne, ulcere dello stomaco..) di tali terapie, sono superiori ai vantaggi. Il Dr Matthias Rath, uno dei maggiori esperti di malattie cardiovascolari,ritiene che le aritmie sono causate, principalmente, da carenze nutrizionali e possono essere prevenute,con apporto di vitamina C, 1-carnitina, coenzima Q10, magnesio e vitamine del complesso B.Lo studioso Abram Hoffen, ha ottenuto eccellenti risultati, nella prevenzione della FA, attraverso l’uso di mega dosi di niacina e acido folico. Infine, il Biancospino, altamente utilizzato in Europa, nel trattamento di aritmie, è atossico e migliora le prestazioni complessive del cuore.

 

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