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Come il digiuno intermittente favorisce la perdita di peso

Perchè il digiuno intermittente offre diversi benefici per la salute ?
Il digiuno intermittente, senza limitare l’assunzione totale di calorie, aiuta a ridurre il peso e migliorare il metabolismo. Una nuova ricerca ha analizzato i meccanismi molecolari dietro questi benefici fisiologici.

Il nostro stile di vita moderno, unito a più lunghe ore di veglia, porta alla riduzione del periodo di digiuno. Questo, insieme alla dieta e più tempo sedentario, ha drammaticamente aumentato la prevalenza dell’ obesità e malattie metaboliche.

Negli ultimi anni, il digiuno ha dimostrato di offrire una serie di benefici per la salute .

Molti medici sperano che modificando aspetti- come il tempo del digiuno, cosa mangiare fra  un digiuno e l’altro e molto altro…, può aiutarci a  progettare metodi di lotta contro l’obesità e i disturbi metabolici. 

L’aumento del digiuno periodico

Si crede che il digiuno intermittente condivida molti dei suoi benefici per la salute con il digiuno prolungato. Per esempio, è stato  dimostrato che il digiuno intermittente riduce lo stress  ossidativo e l’ infiammazione .

Altri studi  hanno dimostrato che il digiuno intermittente aumenta la resistenza all’insulina e protegge le cellule nervose da determinati tipi di danni. Può anche rallentare l’invecchiamento e ridurre il rischio di malattie legate all’età.

Il digiuno intermittente, senza una riduzione dell’assunzione di calorie, può essere un approccio preventivo e terapeutico contro l’obesità e le malattie metaboliche“, dice l’ autore dello studio Kyoung-Han Kim

Grazie a  questi e altri risultati recenti, la cosiddetta dieta 5/2 – che comprende 5 giorni di alimentazione normale, seguiti da 2 giorni di digiuno – è diventata popolare.

( Vedi anche:Il digiuno intermittente può aiutare le persone con diabete e malattie cardiovascolari).

Le evidenze a favore di una limitazione intermittente dell’assunzione di calorie sono in crescita, ma i meccanismi attraverso i quali questa limitazione fornisce i suoi benefici non sono ancora chiari. Recentemente, un gruppo di ricerca guidato da Hoon-Ki Sung – del Dipartimento di Medicina del Laboratorio di Patobiologia all’Università di Toronto di Ontario, Canada, si sono concentrati sullo studio del digiuno intermittente.

Lo studio, che ha analizzato i cambiamenti molecolari che potrebbero sostenere gli effetti del digiuno intermittente, è stato pubblicato questa settimana nella rivista Cell Research. Di particolare interesse in questa ricerca, è il ruolo del grasso bruno e bianco.

La differenza tra grasso bruno e bianco

Il grasso bianco è essenziale per conservare il grasso in eccesso e rilasciare i lipidi quando sorge una necessità. Tuttavia, il grasso bianco è associato anche all’obesità e al diabete di tipo 2. Il grasso bruno, invece, brucia l’energia ed è un potenziale candidato per il trattamento dell’obesità e delle malattie metaboliche.

Studi recenti hanno dimostrato che, in determinate circostanze, il grasso bianco può essere convertito in grasso bruno (e talvolta beige). Questo processo, chiamato “brunimento”, è sottoposto ad esame per essere convalidato come una via potenziale per ridurre l’obesità.

Per l’esperimento attuale, la squadra ha diviso i topi in due gruppi: un gruppo ha seguito il digiuno intermittente e un gruppo invece è stato utilizzato per il controllo. Al primo gruppo non è stato somministrato alcun cibo per 1 giorno ed è stato quindi alimentato nei due giorni successivi. Il secondo gruppo di topi è stato alimentato quotidianamente. Lo studio è proseguito per 16 settimane.

In tutto il periodo di 4 mesi, entrambi i gruppi di topi consumavano lo stesso numero di calorie; i topi del gruppo del digiuno intermittente erano in grado di recuperare durante i loro 2 giorni di assunzione di cibo. Alla fine dello studio, i topi del gruppo del digiuno intermittente pesavano significativamente meno rispetto ai topi di controllo.

I ricercatori hanno anche scoperto che, nel gruppo del digiuno intermittente, il metabolismo del glucosio era più stabile e la sensibilità all’insulina era aumentata rispetto ai controlli.

C’erano altre differenze significative, come il fatto che i topi a digiuno intermittente avevano un fegato più sano con meno accumulo di lipidi.

Importante, i topi nel gruppo del digiuno intermittente avevano una percentuale minore di grasso bianco, perché era stato convertito in grasso bruno.

Con sorpresa, quando il team di ricerca ha eseguito un esperimento simile utilizzando topi obesi, ha trovato gli stessi tipi di benefici dopo solo 6 settimane di digiuno intermittente.

Il digiuno, il sistema immunitario e il grasso bruno

Successivamente, il team ha voluto comprendere i cambiamenti fisiologici e metabolici che hanno sostenuto i vantaggi riscontrati nel gruppo del digiuno intermittente – in particolare il brunimento delle cellule di grasso bianco.

Le alterazioni nei percorsi genetici legati all’immunità nelle cellule adipose sembravano essere alla radice dei cambiamenti.

In particolare, durante i periodi di digiuno, vi è stato un aumento del fattore di crescita vascolare, che aiuta a formare vasi sanguigni e innescare macrofagi antiinfiammatori. I macrofagi anti-infiammatori incoraggiano le cellule grasse a bruciare i depositi di grasso e creare calore – e, come suggerisce il nome, ridurre l’infiammazione.

Sorprendentemente, questi cambiamenti stimolati dal digiuno nella crescita delle cellule vascolari e successive alterazioni immunitarie, si verificano anche dopo un singolo ciclo di 24 ore di digiuno e sono completamente invertiti quando i topi cominciano a mangiare di nuovo”, spiega l’autore dello studio Yun Hye Kim.

I ricercatori sono desiderosi di continuare la ricerca sul digiuno intermittente poichè ci sono ancora una serie di domande a cui vorrebbero rispondere.

Ad esempio, è difficile estrapolare la durata ideale del digiuno dai topi agli esseri umani, per cui dovrà essere fatto più lavoro clinico. Inoltre, per quanto tempo i benefici effetti rimangono una volta terminata la dieta, deve essere accertato.

In futuro, la ricerca sui meccanismi coinvolti nel digiuno intermittente potrebbe contribuire a correggere i programmi per curare l’obesità e le condizioni metaboliche come il diabete di tipo 2.

Fonte: Medicalnews

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