Dieta mediterranea-Immagine credit public domain.
Immaginate una condizione che colpisce quasi un terzo della popolazione mondiale, spesso in progressione silenziosa e profondamente interconnessa con problemi di salute diffusi come l’obesità e il diabete di tipo 2. Si tratta della steatosi epatica associata a disfunzione metabolica, o MASLD, precedentemente nota come steatosi epatica non alcolica (NAFLD). È caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso nel fegato, che può portare a patologie epatiche più gravi, tra cui infiammazione, fibrosi e persino cancro al fegato.
Data la sua crescente prevalenza e la forte correlazione con altre malattie cardiometaboliche, la MASLD rappresenta una significativa sfida per la salute globale. Sebbene i trattamenti farmacologici stiano emergendo, lo stile di vita e le modifiche alla dieta rimangono il cardine della gestione della MASLD. La nostra recente revisione sistematica, pubblicata su Nutrients, approfondisce l’impatto di diversi modelli alimentari sulla MASLD e sulle condizioni ad essa correlate, offrendo spunti su strategie efficaci per migliorare i risultati in termini di salute.
La MASLD è una condizione complessa determinata da una combinazione di fattori genetici, ambientali e legati allo stile di vita. La sua diagnosi si basa sulla presenza di steatosi epatica associata ad almeno un fattore di rischio cardiometabolico, come obesità, dislipidemia, insulino-resistenza o diabete di tipo 2.
I pazienti presentano spesso una serie di parametri clinici, tra cui alterazioni dell’indice di massa corporea (BMI), della circonferenza vita, alterazioni del metabolismo del glucosio (come glicemia a digiuno elevata e insulino-resistenza), profili lipidici sfavorevoli e aumento dei marcatori infiammatori. Questi disturbi metabolici sottostanti evidenziano l’importanza di approcci di gestione olistici che tengano conto non solo della salute del fegato, ma anche del benessere metabolico generale.
La nostra revisione ha esaminato in particolare gli studi clinici randomizzati e controllati (RCT) pubblicati tra gennaio 2019 e settembre 2024, concentrandosi su pazienti adulti affetti da MASLD, da sola o in presenza di condizioni concomitanti come obesità, sindrome metabolica e diabete di tipo 2.Tra i modelli alimentari più efficaci da noi studiati, spicca la dieta mediterranea (MED). Questo modello alimentare, che trae origine dalle abitudini alimentari tradizionali del Mar Mediterraneo, è ricco di frutta, verdura, cereali integrali, frutta secca, olio d’oliva e privilegia un consumo moderato di pesce e pollame, limitando al contempo carne rossa e cibi trasformati. La sua composizione unica, ricca di nutrienti e relativamente povera di calorie, favorisce una perdita di peso sostenibile e può ridurre l’adiposità centrale.
I nostri risultati mostrano che gli interventi basati sulla dieta mediterranea riducono significativamente il peso corporeo, l’indice di massa corporea (BMI) e la circonferenza vita. Oltre ai miglioramenti antropometrici, la dieta MED influenza positivamente anche il metabolismo glicemico e lo stato infiammatorio, con conseguenti miglioramenti della glicemia a digiuno, dell’insulina e dei marcatori infiammatori come la PCR ad alta sensibilità. Sebbene siano necessari ulteriori dati sulla funzionalità epatica, le prime indicazioni suggeriscono che gli interventi basati sulla dieta MED possono migliorare gli esiti epatici riducendo i livelli degli enzimi epatici (come AST e ALT) e i biomarcatori di gravità della MASLD.
Anche gli approcci di digiuno intermittente (IF), in particolare il digiuno a giorni alterni (ADF) e l’alimentazione a tempo limitato (TRF) (ad esempio, il protocollo 16/8), mostrano notevoli potenzialità. Queste strategie prevedono finestre di alimentazione specifiche seguite da periodi di digiuno.
La nostra revisione ha dimostrato che il digiuno intermittente (IF) può essere efficace nel migliorare parametri antropometrici come peso corporeo, BMI e grasso corporeo, nonché nell’ottimizzare la glicemia a digiuno, i trigliceridi e il colesterolo LDL, e nel ridurre l’infiammazione (hs-CRP). Inoltre, il TRF, in particolare il protocollo 16/8, ha mostrato effetti più pronunciati sugli esiti cardiometabolici nei pazienti con MASLD e ha contribuito a migliorare la funzionalità epatica, come dimostrato dalla riduzione degli enzimi epatici (AST e ALT) e dalla riduzione della rigidità epatica. I benefici del digiuno intermittente sono attribuiti al suo ruolo nell’utilizzo del glucosio e al passaggio metabolico da glucosio a chetoni durante il digiuno, che in definitiva contribuisce a ridurre l’accumulo di grasso nei tessuti epatici.
Oltre a MED e IF, altri schemi alimentari offrono ulteriori benefici. La dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), tipicamente progettata per la gestione della pressione arteriosa, ha dimostrato di ridurre le misure antropometriche e di migliorare i parametri immunometabolici come la glicemia a digiuno , i livelli di insulina e i trigliceridi.
Anche la dieta latto-ovo-vegetariana (LOV-D) ha mostrato un potenziale nel ridurre le misure antropometriche e nell’influenzare positivamente la funzionalità epatica, riducendo gli enzimi epatici e i biomarcatori della fibrosi. Queste diete, promuovendo alimenti ricchi di nutrienti e limitando i prodotti trasformati, contribuiscono alla salute metabolica generale e possono avere un impatto significativo sugli esiti dei MASLD.
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La nostra revisione sistematica evidenzia chiaramente il potenziale di diversi interventi dietetici nella gestione della MASLD e delle sue comuni condizioni coesistenti. Mentre la dieta mediterranea e il digiuno intermittente appaiono particolarmente promettenti per migliorare le misure antropometriche, il controllo glicemico e la riduzione dell’infiammazione, con potenziali benefici per la funzionalità epatica, anche altre diete come la DASH e la dieta latto-ovo-vegetariana offrono vantaggi significativi.
Tuttavia, è fondamentale riconoscere che, nonostante questi risultati incoraggianti, sono necessari ulteriori studi a lungo termine per confermare questi effetti e comprenderne meglio i meccanismi sottostanti. Tale ricerca sarà fondamentale per ottimizzare i protocolli dietetici e garantirne la sicurezza e l’efficacia per le persone con MASLD.
Fonte: Nutrients (2025). DOI: 10.3390/nu17071257