HomeSaluteTumoriDalla propoli un potenziale trattamento per il cancro alla prostata

Dalla propoli un potenziale trattamento per il cancro alla prostata

Un rimedio naturale, derivato dalle arnie di api, arresta la crescita delle cellule tumorali della prostata, secondo un nuovo studio dei ricercatori dell’Università di Medicina di Chicago. L’estere di acido caffeico fenile  (CAPE) è  un componente della propoli che le api utilizzano per chiudere i buchi delle arnie. In uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Preverntion Research, i ricercatori hanno coniugato i tradizionali metodi di ricerca sul cancro con l’avanguardia proteomica, per scoprire se l’estere acido caffeico fenile può arrestare lo stadio precoce di cancro alla prostata. La sperimentazione ha dimostrato che l’uso quotidiano del composto, impedisce alle cellule tumorali di proliferare, ma una volta interrotto il trattamento, il tumore ricomincia a crescere con il suo ritmo originale. I risultati suggeriscono che il composto non uccide le cellule tumorali, ma il suo uso a tempo indeterminato, arresta la proliferazione del cancro. Per studiare le presunte proprietà anti cancro,dell’estere di acido caffeico fenile, i ricercatori lo hanno utilizzato su una serie di linee cellulari tumorali. La ricerca suggerisce che la somministrazione, anche di basse concentrazioni del composto, rallenta con successo la proliferazione delle cellule in coltura, isolate da un tumore alla prostata umano. Dopo sei settimane di trattamento il tasso di crescita del volume era ridotto della metà, ma quando il trattamento è stato interrotto, la crescita del tumore ha ripreso la sua velocità. Inoltre, per determinare i cambiamenti cellulari derivanti dall’effetto della sostanza, i ricercatori hanno utilizzato la nuova tecnica proteomica chiamata “micro occidentale matrice” che permette di misurare le variazioni nei livelli delle proteine e la loro attività , in condizioni diverse. La sperimentazione ha dimostrato che CAPE ha arrestato la crescita delle cellule tumorali, sopprimendo l’attività delle proteine nei percorsi p7SO6 chinasi e AKT sensori, che sono importanti nel processo di alimentazione che innesca la proliferazione delle cellule tumorali. Sembra che il composto blocca la capacita delle cellule di percepire che c’è un nutrimento disponibile. Non essendo più in grado di alimentarsi, le cellule tumorali non riescono a proliferare.  La capacità di CAPE di congelare la proliferazione delle cellule tumorali, potrebbe renderlo un promettente co-trattamento a fianco di chemioterapie destinate ad uccidere le cellule del cancro alla prostata.

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