HomeSaluteTumoriCancro: passi da gigante nelle terapie antitumorali basate sul microbioma

Cancro: passi da gigante nelle terapie antitumorali basate sul microbioma

Cancro-Immagine Credit Public Domain.

Un microbo commensale della dieta migliora l’immunità antitumorale attivando i macrofagi tumorali per sequestrare il ferro.

Un team di POSTECH e ImmunoBiome ha fatto un potenziale passo avanti nella lotta contro il cancro. La loro ricerca, pubblicata nel numero di maggio di Nature Immunology, esplora un ceppo batterico di origine alimentare, IMB001. Questo ceppo induce “immunità nutrizionale” per potenziare le risposte antitumorali. Questa scoperta fa luce su come funzionano le terapie microbiche e apre le porte al loro utilizzo in contesti clinici.

La ricerca, guidata dal Dottor Sin-Hyeog Im, Professore presso l’Università di Scienza e Tecnologia di Pohang (POSTECH) e fondatore e CEO di ImmunoBiome, ha ideato una nuova strategia per identificare i batteri benefici adatti al trattamento del cancro. I ricercatori hanno ulteriormente svelato il meccanismo mediante il quale questi batteri inducono risposte immunitarie specifiche nel corpo.

Attualmente stanno presentando domande di approvazione per un nuovo farmaco sperimentale (IND) e pianificano di avviare una sperimentazione clinica nel 2025. IMB001 può essere utilizzato come terapia combinata insieme agli inibitori dei checkpoint esistenti.

IMB001 è un prodotto bioterapeutico vivo (LBP) unico a ceppo singolo, classificato come Lactobacillus plantarum IMB19 (LpIMB19). Ha mostrato risultati impressionanti negli studi preclinici per vari tumori. Nei modelli animali, è stato dimostrato che IMB001 ritarda la progressione del melanoma, del cancro renale, del cancro al seno e delle metastasi sperimentali.

Inoltre, potenzia l’efficacia della terapia con inibitori del checkpoint (anti-PDL1). Il gruppo di ricerca ha anche isolato la molecola effettrice, il polisaccaride capsulare ricco di ramnosio (RHP), dai batteri IMB001. Questa molecola mostra effetti promettenti nei modelli animali di cancro. Questi progressi aprono la strada a una nuova generazione di terapie antitumorali microbiche altamente efficaci e potenzialmente più accessibili.

Pertanto, offre anche un’opzione praticabile come terapia di combinazione con i trattamenti antitumorali convenzionali. La modalità d’azione di IMB001 prevede l’inclinazione dei macrofagi infiltranti il ​​tumore verso un fenotipo infiammatorio. Questi macrofagi attivati ​​attivano ulteriormente il sistema immunitario adattativo, aumentando l’infiltrazione e l’attivazione delle cellule T IFNγ + CD8 +.

D’altra parte, questi macrofagi infiammatori utilizzano un trasportatore di ferro ad alta affinità chiamato lipocalina 2 (LCN2) per affamare essenzialmente le cellule tumorali catturando e sequestrando il ferro dall’ambiente circostante. La privazione dell’oligoelemento ferro, essenziale dal punto di vista nutrizionale, porta ad un aumento della morte cellulare delle cellule tumorali in rapida moltiplicazione, portando potenzialmente all’espansione degli epitopi (aumento degli obiettivi del sistema immunitario) e alla soppressione complessiva della crescita del tumore.

Il Prof. Im ha sottolineato l’importanza di questa ricerca, affermando che rappresenta un significativo passo avanti per l’azienda e rafforza la sua posizione di leader negli LBP. Ha espresso entusiasmo per il passaggio dell’IMB001, scoperto tramite Avatiome, verso lo sviluppo clinico. Ha inoltre sottolineato l’importanza di comprendere come gli LBP interagiscono con il sistema immunitario per generare potenti risposte antitumorali.

Ciò apre la strada a un approccio multiforme al trattamento del cancro. Ha sottolineato come le attuali terapie microbiche siano spesso scelte in base ai loro effetti, non ai meccanismi sottostanti. ImmunoBiome ha identificato e convalidato con successo il meccanismo di IMB001 per potenziare l’immunità antitumorale all’interno dei tumori.Un gruppo di ricerca fa passi da gigante nelle terapie antitumorali basate sul microbioma mediante la deprivazione di ferro nel microambiente tumorale

Astratto grafico: modello di immunità antitumorale indotta da LpIMB19/RHP. Credito: Nature Immunology (2024). 

Spiegano gli autori:

Le cellule immunitarie innate generano una risposta immunitaria antitumorale multiforme, inclusa la conservazione di nutrienti essenziali come il ferro. Queste cellule possono essere modulate da batteri commensali; tuttavia, identificare e comprendere come ciò avviene è una sfida. Qui mostriamo che il commensale alimentare Lactiplantibacillus  plantarum IMB19 aumenta l’immunità antitumorale nei modelli di tumore murino singenico e xenotrapianto. Il suo eteropolisaccaride capsulare è la principale molecola effettrice e funziona come ligando per TLR2. In un duplice modo, distorce i macrofagi associati al tumore verso un fenotipo classico attivo, portando alla generazione di una risposta sostenuta delle cellule T CD8 + e “innesca l’immunità nutrizionale” dei macrofagi per utilizzare il trasportatore del ferro ad alta affinità lipocalina-2 catturando e sequestrando il ferro nel microambiente tumorale. Questo processo induce un ciclo di morte delle cellule tumorali, espansione dell’epitopo e successiva eliminazione del tumore. Insieme, questi dati indicano che i commensali alimentari potrebbero essere identificati e sviluppati in “oncobiotici” per un approccio multilivello alla terapia del cancro”.

ImmunoBiome è all’avanguardia nello sviluppo di prodotti bioterapeutici vivi (LBP) per affrontare condizioni attualmente incurabili come il cancro e le malattie autoimmuni. La sua competenza risiede nella scoperta, identificazione e sviluppo di terapie basate su batteri vivi e farmaci derivati.

Leggi anche:Successo di una nuova terapia antitumorale

Attraverso la sua piattaforma proprietaria Avatiome, l’azienda seleziona razionalmente ceppi batterici farmacologicamente attivi e comprende i meccanismi d’azione in diversi contesti patologici. Collabora con i principali ricercatori globali per identificare, isolare, purificare e caratterizzare chimicamente le molecole immunologicamente attive dei batteri. ImmunoBiome ha creato il proprio database di ceppi batterici commensali umani isolati da varie superfici della mucosa.

Inoltre, Aviatome è in prima linea nello sviluppo di strategie predittive che collegano i biomarcatori alla prognosi della malattia utilizzando vasti set di dati provenienti da studi clinici sull’uomo.

Fonte:Nature Immunology 

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