HomeSaluteTumoriCancro alla prostata: nuovo target per distruggerlo

Cancro alla prostata: nuovo target per distruggerlo

Ricercatori dell’Australia meridionale hanno identificato un nuovo modo in cui le cellule del cancro alla prostata usano il glucosio per crescere e sopravvivere, che a sua volta potrebbe essere il segreto per distruggerle.

In un nuovo studio pubblicato sulla rivista internazionale eLife, i ricercatori della Flinders University e dell’Università di Adelaide hanno utilizzato tecnologie all’avanguardia per analizzare questa via metabolica nelle cellule del cancro alla prostata, dimostrando nel processo che rappresenta una debolezza nei tumori della prostata che potrebbe essere sfruttato per sviluppare nuove terapie.

Il Professore associato Luke Selth del Flinders Health and Medical Research Institute (FHMRI) della Flinders University e del Freemasons Center for Male Health and Wellbeing (FCMHW) afferma che lo studio fornisce importanti informazioni su come i tumori della prostata modificano il loro metabolismo per una rapida crescita e per sviluppare resistenza alle terapie.

“Le cellule del cancro alla prostata sono molto diverse dalle normali cellule della prostata in molti modi, ma una delle differenze più evidenti è il modo in cui i tumori utilizzano zuccheri e grassi per la produzione di energia e per crescere rapidamente. In questo studio, abbiamo scoperto che una proteina chiamata 6PGD può supportare la sopravvivenza delle cellule del cancro alla prostata quando vengono sfidate con una terapia ormonale attualmente utilizzata in clinica”.

Lo studio ha scoperto che l’attivazione del 6PGD consente alle cellule tumorali di utilizzare il glucosio per la generazione di antiossidanti e creare i mattoni per la crescita.

“Pensiamo che questa sia una scoperta significativa perché rappresenta potenzialmente un nuovo meccanismo attraverso il quale le cellule del cancro alla prostata possono diventare resistenti alle terapie ormonali, che sono il trattamento standard per gli uomini con malattia avanzata e metastatica“, afferma Selth.

Vedi anche:Cancro alla prostata: nuova speranza di trattamento

La Professoressa Lisa Butler dell’Università di Adelaide e del South Australian Health and Medical Research Institute (SAHMRI) e co-autrice senior dello studio, afferma che i risultati dello studio sono un passo avanti nella nostra comprensione del metabolismo unico dei tumori alla prostata.

“Utilizzando le ultime tecnologie, abbiamo generato una visione incredibilmente dettagliata di come 6PGD influenzi il metabolismo del cancro alla prostata. È importante sottolineare che il nostro lavoro ha individuato alcuni agenti clinici che potrebbero essere in grado di interrompere questo percorso, quindi è possibile che i nostri risultati possano essere eventualmente utilizzati per sviluppare una nuova terapia mirata per questa malattia”, afferma Butler.

In effetti, lo studio ha dimostrato che gli inibitori di 6PGD hanno ucciso le cellule tumorali cresciute in piastre di laboratorio e persino i veri tumori prelevati direttamente da pazienti affetti da cancro alla prostata e che questi inibitori erano più efficaci se combinati con una terapia ormonale.

Fonte:eLife 

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