Vitamina B12/studio- Immagine credit public domain.
Gli scienziati hanno scoperto un sorprendente alleato nella lotta contro la pancreatite acuta: la vitamina B12.
Attraverso analisi genetiche ed esperimenti su modelli murini, i ricercatori hanno dimostrato che livelli più elevati di vitamina B12 possono ridurre significativamente la gravità di questa condizione spesso mortale.
Pancreatite acuta: una minaccia mortale
La pancreatite acuta (PA) è una grave patologia gastrointestinale che colpisce persone di tutte le età ed è una delle principali cause di ricovero ospedaliero in tutto il mondo. Circa 1 paziente su 5 sviluppa forme da moderate a gravi della malattia, che sono collegate ad alti tassi di mortalità e disabilità a lungo termine. Anche coloro che sopravvivono spesso vanno incontro a complicazioni durature che riducono significativamente la qualità della loro vita. Nonostante il suo impatto, non esiste ancora un chiaro consenso sul modo migliore per trattare la pancreatite acuta. In particolare, vi è un urgente bisogno di farmaci in grado di prevenire danni precoci al pancreas.
Per affrontare questo problema, un team di ricerca guidato dalla Dott.ssa Chuanwen Fan, del West China Fourth Hospital dell’Università del Sichuan e dell’Università di Linköping in Svezia, ha condotto uno studio sotto la supervisione del Prof. Dott. Xianming Mo presso il West China Hospital dell’Università del Sichuan. Obiettivo del team era verificare se la vitamina B12 potesse contribuire a prevenire o ridurre la gravità della pancreatite acuta, utilizzando sia dati genetici umani che modelli animali.
I ricercatori hanno iniziato analizzando studi di associazione genomica (GWAS) su larga scala per identificare i legami genetici con la pancreatite. Hanno poi utilizzato la randomizzazione mendeliana, un metodo che sfrutta la variabilità genetica per studiare gli effetti di specifici nutrienti, per esaminare se i nutrienti con metabolismo monoatomico fossero correlati al rischio di pancreatite. I loro risultati hanno mostrato una forte associazione tra livelli ematici più elevati di vitamina B12 e un minor rischio di sviluppare diverse forme di pancreatite.
Svelato il potere protettivo della vitamina B12
Successivamente, il team ha determinato se la vitamina B12 mostrasse effetti protettivi e potenziali effetti terapeutici utilizzando modelli sperimentali di pancreatite in topi knockout per CD320, privi di un gene chiave responsabile dell’assorbimento della vitamina B12. Nello studio sono stati utilizzati due distinti modelli di pancreatite: uno per osservare le risposte precoci al danno pancreatico e l’altro per monitorare la progressione patologica della pancreatite acuta.
I risultati hanno rivelato che VB12 protegge direttamente le cellule acinose dalla necrosi durante le fasi precoci della pancreatite acuta e, di conseguenza, riduce l’infiltrazione dei linfociti T. In particolare, l’aumento artificiale dei livelli sierici di vitamina B12 prima e dopo l’induzione della pancreatite non solo ha ridotto la gravità della condizione, ma ha anche favorito la riparazione dei tessuti dopo un danno pancreatico.
È interessante notare che, nonostante il ruolo noto della vitamina B12 nel metabolismo monoatomico, i suoi effetti protettivi nella pancreatite non sono stati mediati dalla riduzione dell’omocisteina o del glutatione (GSH), come precedentemente ipotizzato. È stato invece scoperto che la vitamina B12 aumenta la produzione di ATP nel tessuto pancreatico, riducendo così la necrosi delle cellule acinose e prevenendo la progressione della malattia. L’integrazione di ATP nei topi con deficit di CD320 ha anche alleviato il danno pancreatico, rafforzando ulteriormente l’ipotesi che gli effetti protettivi della vitamina B12 derivino da un migliore apporto energetico cellulare piuttosto che dalla regolazione dello stress ossidativo.
Spiegano gli autori:
“La pancreatite acuta, caratterizzata da necrosi delle cellule acinose e da estesa infiammazione locale e sistemica, è una malattia infiammatoria prevalente del pancreas, che determina significativa morbilità e mortalità e la rende una delle principali cause gastrointestinali di ospedalizzazione. La maggior parte dei pazienti presenta una pancreatite acuta lieve autolimitante. Circa il 20% dei pazienti soffre di pancreatite acuta moderata o grave, caratterizzata da necrosi del tessuto pancreatico o peripancreatico, eventualmente accompagnata da insufficienza d’organo. Il tasso di mortalità sostanziale della pancreatite acuta grave è di circa il 20%-40%. Durante le prime 1-2 settimane di sviluppo della pancreatite acuta, le cellule acinose sono le prime cellule a essere danneggiate nella maggior parte delle forme di pancreatite acuta. Le cellule acinose pancreatiche danneggiate innescano una risposta proinfiammatoria sterile, che di solito provoca la sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS) attraverso la produzione di citochine. Se la SIRS è grave, i mediatori proinfiammatori possono indurre precocemente un’insufficienza multiorgano. Ad oggi, rimangono molti interrogativi sul trattamento ottimale della pancreatite acuta. Soprattutto, sono necessari agenti farmacologici o strategie per inibire i danni d’organo precoci delle risposte infiammatorie sistemiche nel pancreas e prevenire la successiva insufficienza d’organo nei pazienti. Esistono sempre più prove che suggeriscono che la vitamina B 12 (VB 12) parenterale ad alto dosaggio possa modulare le risposte infiammatorie in più organi e persino la SIRS nei pazienti gravemente malati, come shock settico e danno renale acuto“.
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Un percorso verso le terapie del futuro
“Queste nuove entusiasmanti scoperte si aggiungono alla crescente evidenza che la vitamina B12 può ridurre la gravità della pancreatite acuta aumentando i livelli di ATP nel tessuto pancreatico, offrendo nuove prospettive su potenziali strategie terapeutiche per questa patologia. Questo studio getta solide basi per future applicazioni cliniche della vitamina B12 nella gestione della pancreatite acuta“, conclude il Prof. Mo.
Riferimento: MedComm