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Integratori di vitamina D migliorano le prestazioni fisiche e riducono il rischio di malattie cardiache

L’assunzione di integratori di vitamina D può migliorare le prestazioni fisiche e ridurre il rischio di malattie cardiache, secondo i risultati di uno studio preliminare presentato oggi alla Conferenza Annuale della Società di Endocrinologia a Edimburgo.

(Per vitamina D si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti forme nella quale la vitamina D si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe forme dall’attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale. La vitamina D ottenuta dall’esposizione solare o attraverso la dieta è presente in una forma biologicamente non attiva e deve subire due reazioni di idrossilazione per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo).

La vitamina D controlla i livelli di controllo di calcio e fosfato nel sangue ed è essenziale per la formazione delle ossa e dei denti. Fonti di vitamina D sono pesci grassi e uova, ma può essere difficile ottenere abbastanza vitamina D attraverso la sola dieta. La maggior parte delle persone generano vitamina D grazie all’esposizione al sole.

Precedenti studi suggeriscono che la vitamina D può bloccare l’azione dell‘enzima 11-βHSD1 che è necessario per la produzione di  cortisolo, “l’ormone dello stress”. Alti livelli di cortisolo possono aumentare la pressione sanguigna restringendo le arterie, i vasi sanguigni e stimolando i reni a trattenere i liquidi. Poichè la vitamina D può ridurre i livelli di cortisolo circolante, potrebbe teoricamente migliorare le prestazioni fisiche e ridurre i fattori di rischio cardiovascolare.

In questo studio, i ricercatori della Queen Margaret University di Edimburgo hanno somministrato a 13 adulti sani abbinati per età e peso, 50 microgrammi di vitamina D al giorno o un placebo, per un periodo di due settimane.

Gli adulti integrati con vitamina D avevano pressione sanguigna più bassa rispetto agli adulti trattati con un placebo, oltre ad avere bassi livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, nelle urine. Un test di esercizio fisico ha trovato che il gruppo che ha assunto vitamina D ha percorso circa 6,5 km in  bicicletta in 20 minuti, rispetto ad appena 5 km all’inizio dell’esperimento ed ha mostrato anche inferiori segni di sforzo fisico.

Circa dieci milioni di persone in Inghilterra, hanno bassi livelli di vitamina D e in media, circa 1 su 10 in estate ha bassi livelli di vitamina D, rispetto a due su cinque in inverno.

“Il nostro studio pilota suggerisce che l’assunzione di supplementi di vitamina D può migliorare i livelli di sforzo fisico e ridurre i fattori di rischio cardiovascolare, come la pressione del sangue”, ha detto il dottor Raquel Revuelta Iniesta, co-autore dello studio. “Il nostro prossimo passo è quello di eseguire un trial clinico più ampio per un periodo di tempo più lungo sia negli individui sani che in grandi gruppi di atleti come ciclisti o fondisti”.

“La carenza di vitamina D è una sindrome silenziosa legata alla insulino-resistenza, diabete, artrite reumatoide e un più alto rischio di alcuni tipi di cancro”, ha concluso l’autore dello studio, il Dottor Emad Al-Dujaili. “Il nostro studio si aggiunge al corpo di evidenze che dimostrano l’importanza di affrontare questo problema diffuso”.

Fonte: http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-11/sfe-vdp102915.php

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