HomeSaluteTumoriTumore del colon-retto: scoperto nuovo bersaglio terapeutico

Tumore del colon-retto: scoperto nuovo bersaglio terapeutico

(Tumore del colon-retto-Immagine: un nuovo studio condotto da ricercatori giapponesi e cinesi ha rivelato che l’inibizione del DCIR, una proteina del recettore della lectina di tipo C responsabile del mantenimento dell’omeostasi nel sistema immunitario e osseo, riduce la gravità dei sintomi della colite DSS e sopprime la crescita del tumore del colon-retto. Questi risultati potrebbero aprire la strada a strategie terapeutiche mirate al DCIR per il trattamento dei tumori del colon-retto. Credito: Yoichiro Iwakura della Tokyo University of Science, Giappone).

Malattia infiammatoria intestinale (IBD) è un termine generico per due malattie, il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, che sono caratterizzate dall’infiammazione prolungata del tratto gastrointestinale. Questa condizione porta spesso allo sviluppo di tumori del colon-retto. Comprendere la patogenesi dell’IBD è, quindi, fondamentale per mitigare l’incidenza dei tumori del colon.

Si scopre che i recettori immunitari innati, in particolare quelli espressi nell’intestino, come i recettori della lectina di tipo C (CLR), sono responsabili dello sviluppo dell’IBD. Tuttavia, i CLR svolgono anche un ruolo vitale nella regolazione del microbiota intestinale e nella difesa contro i patogeni. Di conseguenza, è necessario trovare un equilibrio per mantenere l’omeostasi intestinale.

L‘immunorecettore a cellule dendritiche (DCIR) è uno di questi CLR che è responsabile del mantenimento dell’omeostasi del sistema immunitario e scheletrico. Precedenti studi hanno suggerito che il DCIR regola negativamente le risposte immunitarie sia innate che acquisiteIl blocco del DCIR potrebbe, quindi, potenzialmente aumentare l’immunità contro il tumore del colon. Tuttavia, il suo ruolo nell’immunità intestinale è rimasto poco chiaro.

In questo contesto, un gruppo di ricerca guidato dal Professor Yoichiro Iwakura della Tokyo University of Science (TUS) in Giappone ha ora fatto luce su questo problema. Nel loro studio, che sarà pubblicato online il 2 agosto 2022 sulla rivista internazionale Cell Reports, il gruppo ha studiato lo sviluppo della colite e del tumore del colon in modelli murini carenti di DCIR.

A tal fine, il gruppo ha alimentato i topi con acqua potabile contenente destrano solfato di sodio (DSS), un polisaccaride solfato sintetico e azossimetano (AOM), una sostanza chimica neurotossica, per indurre tumori del colon simili a quelli osservati negli esseri umani con IBD.

Con loro sorpresa, hanno scoperto che i topi privi di DCIR mostravano una ridotta gravità della colite e una crescita del tumore colorettale indotta da AOM-DSS. Inoltre, rispetto ai topi wild-type (controllo), i topi carenti di DCIR hanno mostrato una minore perdita di peso corporeo e una ridotta infiltrazione di cellule proinfiammatorie nel colon.

Vedi anche:Cancro del colon: svelata la causa della recidiva dopo la chemio

Cosa implicano queste osservazioni? Il Prof. Iwakura spiega: “I nostri risultati indicano il fatto che la carcinogenesi intestinale e l’infiammazione sono facilitate dalla segnalazione DCIR, il che indica la possibilità che il blocco del DCIR possa prevenire la colite ulcerosa e il cancro del colon“.

A conferma di questa possibilità, lo studio ha inoltre rivelato che l’uso di un anticorpo chiamato “anti-NA2” contro gli N-glicani asialo-biantennari (NA2), un ligando (molecola legante) al DCIR, ha ridotto i sintomi della colite DSS e ha impedito la crescita del tumore del colon-retto .

I ricercatori sono entusiasti di questi risultati. Parlando delle applicazioni pratiche del loro studio, il Prof. Iwakura afferma: “I nostri risultati suggeriscono che le terapie mirate al DCIR e ai suoi ligandi potrebbero essere utilizzate per trattare efficacemente malattie autoimmuni, IBD e cancro, che sono  tradizionalmente difficili da trattare”.

Questo studio potrebbe aprire le porte a nuove strategie terapeutiche per il trattamento dei tumori del colon-retto, migliorando non solo la vita dei pazienti con IBD, ma anche la comprensione della patogenesi delle malattie umane.

Fonte:Medicalxpress

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