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Scoperte nuove e speciali caratteristiche delle cellule dendritiche che potrebbero portare a nuove terapie immunitarie

Le cellule dendritiche rappresentano una componente importante del sistema immunitario: riconoscono e fagocitano gli invasori, innescando poi una risposta immunitaria patogeno-specifica. Gli scienziati della University Hospital Erlangen of the Friedrich-Alexander-University Erlangen-Nürnberg (FAU) e il LIMES (Life and Medical Sciences) Institute of the University of Bonn, hanno guadagnato notevole conoscenza delle cellule dendritiche umane che potrebbe contribuire allo sviluppo di nuove terapie immunitarie in futuro.

I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Science Immunology.

Le cellule dendritiche, il cui nome deriva dalla grande quantità di dendriti sulla loro superficie cellulare, popolano più parti del corpo umano. Si comportano come le “guardie del sistema immuintario”: hanno la funzione di presentare l’antigene ai linfociti B e T. Nascono dalle cellule staminali emopoietiche nel midollo osseo e sono le più importanti dell’insieme delle APC (Antigen presenting cell), insieme ai macrofagi e ai linfociti B. Infine, queste cellule dendritiche migrano ai linfonodi vicini, dove interagiscono con le altre cellule del sistema immunitario per innescare una risposta immunitaria patogeno-specifica. Di conseguenza, le cellule dendritiche svolgono un ruolo importante all’interno del complesso sistema immunitario. In anni recenti, è diventato evidente che nel topo le cellule dendritiche sono composte da diversi sottotipi che differiscono nella funzione e distribuzione in tutto il corpo. Al contrario, meno si sapeva della corrispondente situazione nell’uomo.

Recentemente, il Dr. Gordon Heidkamp e la Prof.ssa Dr. Diana Dudziak della Hospital Erlangen, hanno condotto uno studio globale che per la prima volta, ha caratterizzato sistematicamente le cellule dendritiche in diversi organi umani, come il sangue, la milza, timo, tonsille, midollo osseo e sangue del cordone ombelicale. Con la citometria a flusso a 16 colori, (La citometria a flusso è in grado di rilevare le proprietà individuali di singole particelle sospese in un liquido. Il dispositivo che consente tale studio è il citometro che utilizza un sistema fluidico, un’ottica di rilevamento, un sistema di elaborazione del segnale, un sistema di ordinamento elettrostatico delle particelle, delle sonde fluorescenti denominate fluorocromi ed un software di gestione che permette anche di creare e stampare vari tipi di istogrammi a partire dai dati ottenuti dalle altre sue componenti), i ricercatori  hanno rilevato diversi sottotipi di cellule dendritiche, determinato la loro distribuzione tra i diversi organi e identificato importanti proteine di superficie delle cellule dendritiche. Come risultato, gli scienziati hanno rivelato che i profili superficiali delle cellule dendritiche dello stesso sottotipo sono costanti in tutte i differenti tessuti.

Inoltre, gli scienziati hanno isolato cellule dendritiche dal sangue umano, milza e timo e analizzato le loro informazioni genetiche sotto forma di acido ribonucleico (RNA). L’analisi complessa dei dati è stata effettuata in stretta collaborazione con Jil Sander e il Prof. Dr. Joachim L. Schultze dell’Istituto LIMES dell’Università di Bonn. Utilizzando metodi innovativi, come per esempio l’analisi Cibersort ( Un metodo di calcolo per la determinazione proporzionale di sottogruppi di cellule da profili di espressione dei tessuti complessi), i ricercatori hanno dimostrato che i diversi sottotipi condividono un profilo costante, indipendentemente dalla loro posizione iniziale. Il Prof. Dr. Schultze dice: ” I nostri dati inoltre dimostrano che negli organi non linfatici, quali i polmoni e la pelle, i segnali tessuto-specifici hanno un impatto maggiore sulla produzione trascrizionale delle cellule dendritiche”.

In seguito a questi risultati pubblicati di recente, sulle speciali caratteristiche delle cellule dendritiche, gli scienziati si aspettano impatti notevoli sulla terapia delle malattie del sistema immunitario, nonché sullo sviluppo di nuovi approcci per il trattamento di tumori. Il Prof. Dudziak riassume dicendo: “Ci sono prove che le cellule dendritiche potrebbero svolgere un ruolo cruciale per lo sviluppo di terapie innovative rivolte al sistema immunitario. Inoltre, i  nostri risultati aiutano a comprendere le caratteristiche fondamentali delle cellule dendritiche”.

In totale, 31 scienziati sono stati coinvolti in questo progetto che è stato realizzato a Erlangen, Bonn, Kiel, Bamberg, Augusta, Francoforte e Singapore.

Fonte:University of Bonn

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