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Malattie cardiovascolari: raccomandazioni standard dieta salutare da rivedere

Malattie cardiovascolari-Immagine Credito udra11/Shutterstock.com

Un recente articolo pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition ha discusso le attuali raccomandazioni dietetiche per ridurre l’assunzione di acidi grassi saturi e modulare il rischio di malattie cardiovascolari, evidenziando l’impatto di una minore assunzione di acidi grassi saturi sul colesterolo delle lipoproteine ​​a bassa densità (LDL- C) e lipoproteina A che è responsabile del trasporto del colesterolo nel flusso sanguigno.

Le modifiche dietetiche per modulare il rischio di malattie cardiovascolari sono un’area che ha guadagnato un’attenzione significativa negli ultimi decenni.

Inoltre, è stato proposto di ridurre gli acidi grassi saturi per abbassare i livelli di LDL-C, sebbene la scelta di un’opzione di sostituzione ottimale per gli acidi grassi saturi rimanga poco chiara.

Inoltre, studi recenti hanno scoperto che mentre una ridotta assunzione di acidi grassi saturi abbassa i livelli di LDL-C, vi è un successivo aumento dei livelli di lipoproteina A in seguito a questi cambiamenti dietetici.

La lipoproteina A contiene componenti come la fosfolipasi A 2 associata alla lipoproteina e i fosfolipidi ossidati (che hanno proprietà aterogeniche e livelli elevati di lipoproteina A) che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.

Gli studi indicano anche che la lipoproteina A svolge un ruolo nel diabete mellito e nella calcificazione della valvola aortica.

Lipoproteina A e malattie cardiovascolari

Prove crescenti suggeriscono che la lipoproteina A è un fattore di rischio prevalente e indipendente per le malattie cardiovascolari associate all’aterosclerosi e recenti linee guida hanno suggerito interventi per ridurre l’elevato rischio cardiovascolare associato alla lipoproteina A.

Sebbene i livelli di lipoproteina A siano principalmente regolati da fattori genetici, sono stati identificati alcuni fattori non genetici che influenzano i livelli di lipoproteina A. Questi sono ampiamente classificati come fattori di aumento della lipoproteina A e di diminuzione della lipoproteina A.

I fattori di aumento della lipoproteina A comprendono la malattia renale cronica, l’ipotiroidismo, gli ormoni della crescita, l’assunzione alimentare di acidi grassi saturi, la dialisi e la menopausa.

È noto che una dieta con carenza di carboidrati e ricca di acidi grassi saturi, terapia ormonale sostitutiva, ipertiroidismo e alcune malattie del fegato riducono i livelli di lipoproteina A.

Sebbene a livello di popolazione, questi fattori abbiano un impatto minore sui livelli di lipoproteina A rispetto alla regolazione dell’espressione genica, questi fattori dietetici e metabolici possono avere un impatto significativo in alcune condizioni.

Vari studi hanno dimostrato che mentre la sostituzione degli acidi grassi saturi con carboidrati o acidi grassi monoinsaturi abbassa i livelli di LDL-C, aumenta i livelli di lipoproteina A.

In una popolazione studiata di discendenza africana, una sostituzione dietetica di acidi grassi saturi con carboidrati ha comportato una diminuzione di circa il 10% dei livelli di LDL-C e un aumento del 24% dei livelli di lipoproteina A.

L‘adozione di una dieta in stile mediterraneo, che sostituisce la maggior parte degli acidi grassi saturi con acidi grassi monoinsaturi, ha anche riportato un aumento parallelo dei livelli di lipoproteina A, con una diminuzione dei livelli di LDL-C.

Marcatori per il rischio di malattie cardiovascolari

Nonostante la mancanza di dati conclusivi, sembra che il rischio di malattie cardiovascolari dipenda da un relativo equilibrio tra i livelli delle due lipoproteine ​​aterogeniche – LDL-C e lipoproteina A – e i valori basali di entrambe in ciascun individuo. 

Inoltre, mentre rimane importante la riduzione del rischio cardiovascolare dovuto a livelli elevati di LDL-C attraverso la modulazione dell’assunzione di acidi grassi saturi, le misurazioni cliniche di LDL-C includono anche la componente di colesterolo della lipoproteina A.

Con un recente studio che riporta una significativa eterogeneità (dal 6% al 57%) tra gli individui, nel contenuto di colesterolo della lipoproteina-A, è difficile interpretare con certezza i cambiamenti nei livelli di LDL-C.

Pertanto, per una valutazione precisa del rischio di malattie cardiovascolari, è necessaria una misurazione del colesterolo LDL indipendente dal contenuto della lipoproteina A o un’ulteriore valutazione del contenuto della lipoproteina A nel colesterolo.

Gli effetti differenziali di una minore assunzione di acidi grassi saturi sui livelli di LDL-C e lipoproteina A evidenziano anche la necessità di una maggiore ricerca e migliori pratiche cliniche nel monitoraggio dell’effetto dei cambiamenti dietetici.

Vedi anche:Attenzione alla dieta cheto: può essere collegata a un rischio più elevato di attacchi di cuore e malattie cardiovascolari

Con l’elevata variabilità dei livelli della lipoproteina A e la prevalenza di livelli elevati di lipoproteina A nella popolazione, una raccomandazione standard per i cambiamenti dietetici per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari potrebbe non essere generalmente applicabile e un approccio più preciso alle raccomandazioni nutrizionali e dietetiche è necessario.

Conclusioni

Nel complesso, le prove hanno indicato che le raccomandazioni standard per una dieta salutare per il cuore, che include un consumo ridotto di acidi grassi saturi, potrebbero avere un impatto negativo aumentando i livelli di lipoproteina A nonostante l’abbassamento dei livelli di LDL-C.

Poiché i cambiamenti dietetici sono la forma non farmacologica più diffusa di prevenzione delle malattie, potrebbero essere necessarie raccomandazioni su misura per i cambiamenti dietetici dopo aver considerato i profili lipidici individuali.

Inoltre, per valutare accuratamente il rischio di malattie cardiovascolari sono necessari ulteriori marcatori di salute cardiaca come il contenuto di colesterolo della lipoproteina A.

Fonte:The American Journal of Clinical Nutrition

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