HomeSaluteFegatoll nuovo orizzonte del trapianto di fegato "diviso": scissione epatica ex situ

ll nuovo orizzonte del trapianto di fegato “diviso”: scissione epatica ex situ

Immagine: Credit Ospedale Bambin Gesù.

Il trapianto di fegato è un intervento chirurgico che prevede la sostituzione del fegato nativo malato con un fegato sano. Può avvenire con un donatore deceduto o un donatore vivente.

Per la prima volta è stato eseguito dai chirurghi del Bambino Gesù, un doppio trapianto di fegato da un unico donatore straniero. L’intervento è stato reso possibile grazie alla combinazione dell’uso di una particolare macchina di perfusione epatica, con una tecnica che permette di dividere un fegato in due parti da trapiantare in pazienti diversi.

Si tratta appunto, del primo caso al mondo riportato nella letteratura scientifica che ha utilizzataìo una simile startegia. L’intervento è stato pubblicato sulla rivista scientifica Liver Transplantation.

La macchina di perfusione extracorporea viene frequentemente utilizzata nel trapianto di organi interi (fegato, rene, polmoni e cuore) in pazienti adulti. Rappresenta una tecnologia emergente degli ultimi anni che consente di conservare in maniera più efficace gli organi rispetto alla modalità utilizzata precedentemente.

Invece di immergere l’organo nella soluzione di conservazione e ghiaccio, lo stesso viene collegato alla macchina che fa circolare al suo interno la soluzione di conservazione fredda a cui viene aggiunto l’ossigeno (perfusione ipotermica) oppure sangue ossigenato (perfusione normotermica).  
 
Questa tecnica consente di prolungare l’intervallo durante il quale l’organo rimane al di fuori dell’organismo e di migliorare la conservazione dell’organo riducendo il danno cellulare e di valutarne durante la perfusione la capacità di funzionare una volta trapiantato. In prospettiva, durante la perfusione sarà possibile “modificare” l’organo, rendendolo ad esempio più compatibile dal punto di vista immunologico.
 
Questa strategia ha permesso di aumentare il numero degli interventi perché consente di trapiantare con maggiore sicurezza organi che altrimenti non verrebbero utilizzati: organi prelevati da donatori a cuore non battente, organi da donatori di età avanzata, organi prelevati in sedi molto lontane dal centro trapianti.  

Nei bambini può essere trapiantato un fegato intero, prelevato da un donatore pediatrico, oppure solo una porzione del fegato di un donatore adulto in morte cerebrale. In questo caso si parla di “tecnica split”. Il fegato viene infatti diviso in due parti, di cui la più piccola viene trapiantata a un bambino e l’altra a un ragazzo o un adulto.

I chirurghi del Bambino Gesù hanno utilizzato la macchina di perfusione per dividere in Ospedale un fegato prelevato fuori Italia che non avrebbero potuto effettuare lo split, e realizzare così due trapianti contemporanei. In uno dei due riceventi, il fegato è stato trapiantato dopo 16 ore di conservazione, quando normalmente il tempo massimo è di 8-10 ore.

Fonte: Ospedale Bambin Gesu’

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