La curcumina o curry, estratta dalla pianta Curcuma Longa, è stata a lungo utilizzata nella medicina indiana ayurvedica ,per trattare una vasta gamma di di disturbi intestinali. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Gut, la curcumina sembra ritardare i danni del fegato che causano la cirrosi espatica. La ricerca precedente ha indicato che la curcumina ha proprietà antinffiammatorie ed antiossidanti che potrebbero renderla utile nella cura di diverse patologie. Il team di ricerca ha lavorato per valutare se la curcumina può essere efficace per ritardare i danni del fegato causati dalla progressiva condizione infiammatoria, tra cui la colangite sclerosante primitiva e la cirrosi biliare primaria. Entrambi queste condizioni, che possono essere innescate da difetti genetici o malattie autoimmuni, provocano il blocco dei dotti biliari, che comporta esteso danno tissutale e cirrosi epatica irreversibile. Gli scienziati hanno analizzato campioni di tessuto e di sangue di animali con infiammazione cronica del fegato , prima e dopo l’aggiunta nella dieta della curcumina, per un periodo di quattro/otto mesi. I risultati sono stati confrontati con campioni equivalenti di animali con la stessa condizione, ma non trattati con curcumina. La ricerca mostra che la dieta con aggiunta di curcumina, ha ridotto significativamente il blocco dei dotti biliari, fermato il danno degli epatociti e le cicatrizzazioni o fibrosi, interferendo con diversi percorsi di segnalazioni chimiche, coinvolte nelò processo infiammatorio. Questi effetti erano evidenti sia a quattro che a otto settimane.Nessun miglioramento è stato osservato negli animali con dieta senza curcumina. Gli autori sottolineano che l’attuale trattamento per la malattia infiammatoria del fegato, comporta l’uso di acido ursodesossicolico i cui effetti a lungo termine, non sono ancora chiari. L’alternativa è il trapianto del fegato. La curcumina, secondo i ricercatori, può rappresentare un trattamento molto promettente nel futuro.