Cuore e circolazione

La cannabis potrebbe rovinarti il cuore

Cannabis-Immagine Crediti: public domain.

Secondo i ricercatori dell’UCSF, l’uso cronico di cannabis, sia fumata che ingerita sotto forma di cibo, compromette significativamente la funzionalità dei vasi sanguigni, con rischi simili a quelli riscontrati nei fumatori di tabacco.

Lo studio ha scoperto che i consumatori di marijuana avevano una funzionalità vascolare ridotta di circa il 50% rispetto ai non consumatori, aumentando il rischio di infarto e ipertensione.

L’uso cronico di cannabis è collegato ai rischi cardiaci

Un nuovo studio dell’Università della California di San Francisco ha scoperto che l’uso cronico di cannabis, sia fumata che ingerita sotto forma di cibo, può danneggiare significativamente il sistema cardiovascolare.

Pubblicata il 28 maggio su JAMA Cardiology, la ricerca ha rivelato che le persone che facevano regolarmente uso di marijuana avevano una funzionalità vascolare molto più ridotta, simile ai livelli osservati nei fumatori di tabacco. Infatti, la funzionalità vascolare nei consumatori di cannabis era ridotta di circa il 50% rispetto ai non consumatori.

Ciò è importante perché una scarsa funzionalità vascolare aumenta il rischio di infarti, ipertensione e altri problemi cardiovascolari.

Dettagli dello studio

Per scoprire questi effetti, i ricercatori hanno studiato 55 adulti altrimenti sani tra ottobre 2021 e agosto 2024. Tutti i partecipanti facevano uso di cannabis regolarmente, almeno tre volte a settimana per oltre un anno, ma non assumevano nicotina.

I partecipanti fumavano regolarmente marijuana o consumavano prodotti commestibili contenenti tetraidrocannabinolo (THC), il principale composto psicoattivo presente nella cannabis. In media, i fumatori consumavano marijuana da circa 10 anni, mentre coloro che consumavano prodotti commestibili la consumavano da circa 5 anni.

Edibili vs. Fumo: una distinzione sorprendente

Oltre alla ridotta funzionalità vascolare, i fumatori di marijuana presentavano alterazioni del siero sanguigno dannose per le cellule endoteliali, che formano il rivestimento interno di tutti i vasi sanguigni e linfatici. Coloro che assumevano edibili contenenti THC, tuttavia, non presentavano queste alterazioni del siero sanguigno.

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Non è chiaro come il THC danneggi i vasi sanguigni. Ma i ricercatori hanno affermato che deve avvenire in un modo che non comporta alterazioni del siero sanguigno.

Questi risultati suggeriscono che fumare marijuana influisce negativamente sulla funzione vascolare per ragioni diverse rispetto all’assunzione di THC, secondo la prima autrice Leila Mohammadi, MD, PhD e l’autore principale Matthew L. Springer, PhD.

Riferimento: JAMA Cardiology 

Altri coautori dell’UCSF includono Mina Navabzadeh, PharmD, Daniel D. Han, Emma Reagan, Jordan Naughton, Lylybell Y. Zhou, Rahul Almeida, Leslie M. Casteneda, Shadi A. Abdelaal, MD, Kathryn S. Park, Keith Uyemura, Christian P. Cheung, MSc, Mehmet Nur Onder, Natasha Goyal, MD, Poonam Rao, MD e Gregory M. Marcus, MD, MAS.

La ricerca è stata finanziata da sovvenzioni del National Institute on Drug Abuse (R01DA058069), del California Department of Cannabis Control (RG-1603151328-913), del California Tobacco-Related Disease Program (27IR-0012), del National Heart, Lung, and Blood Institute e del FDA Center for Tobacco Products (U54HL120163). Ulteriore supporto è arrivato dalla Elfenworks Foundation (in memoria di Deb O’Keefe), dalla Roy E. Thomas Medical Foundation e dalla Gootter-Jensen Foundation.

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