HomeSaluteInvecchiamento: la via segreta per rallentarlo

Invecchiamento: la via segreta per rallentarlo

Una nuova ricerca rivela che il blocco del percorso cGAS/STING riduce l’infiammazione e il declino cognitivo legati all’età, suggerendo un potenziale bersaglio terapeutico per le malattie neurodegenerative. Credito: SciTechDaily.com

L’inibizione della proteina STING nei topi anziani porta a una diminuzione dell’infiammazione e a un miglioramento della memoria e della funzione fisica, evidenziando un approccio promettente per mitigare le sfide legate all’invecchiamento.

Con l’avanzare dell’età, il nostro corpo subisce vari cambiamenti che possono avere un impatto sulla nostra salute generale e renderci più suscettibili alle malattie. Un fattore comune nel processo di invecchiamento è l’infiammazione di basso grado, che contribuisce al declino e al deterioramento legati all’età. Tuttavia, i percorsi precisi responsabili di questa infiammazione e il loro impatto sull’invecchiamento naturale sono rimasti finora sfuggenti.

Il ruolo di cGAS/STING nell’invecchiamento

Un nuovo studio condotto da Andrea Ablasser presso l’EPFL mostra ora che una via di segnalazione molecolare chiamata cGAS/STING, svolge un ruolo fondamentale nel guidare l’infiammazione cronica e il declino funzionale durante l’invecchiamento. Bloccando la proteina STING, i ricercatori sono riusciti a sopprimere le risposte infiammatorie nelle cellule e nei tessuti senescenti, portando a miglioramenti nella funzione dei tessuti.

cGAS/STING è una via di segnalazione molecolare che rileva la presenza di DNA nelle cellule. Coinvolge due proteine, la GMP-AMP sintasi ciclica (cGAS) e lo stimolatore dei geni dell’interferone (STING). Quando attivato, cGAS/STING innesca una risposta immunitaria per difenderci dalle infezioni virali e batteriche.

Cervello di topo con cellule microgliali attivate

Una cellula microgliale attivata nel cervello di topi attivati ​​da cGAS/STING. Credito: Gulen et al. Nature 2 agosto 2023.

Collegamento tra cGAS/STING e senescenza cellulare

Il lavoro precedente di Ablaser e dei suoi colleghi ha collegato cGAS/STING a una serie di processi biologici, inclusa la senescenza cellulare, un segno distintivo dell’invecchiamento. Sulla base di ciò, i ricercatori hanno studiato se cGAS/STING potrebbe essere alla base di risposte immunitarie disadattate durante l’invecchiamento.

La ricerca ha scoperto che l’attivazione della proteina STING innesca modelli specifici di attività genetica nella microglia, la prima linea di difesa delle cellule immunitarie del cervello. Questi modelli di attivazione genetica corrispondevano a quelli che si verificano nella microglia in condizioni neurodegenerative distinte, come il morbo di Alzheimer e l’invecchiamento.

Nella ricerca di un meccanismo che coinvolga il percorso cGAS-STING nell’invecchiamento, abbiamo considerato specie di DNA mitocondriale aberranti“, afferma Ablasser. “I mitocondri, gli organelli responsabili della produzione di energia, sono ben noti per i loro disturbi nel funzionamento durante l’invecchiamento e le malattie. Infatti, nelle microglia dei topi vecchi, ma non dei topi giovani, il DNA dei mitocondri si accumulava nel citoplasma cellulare, suggerendo un possibile meccanismo attraverso il quale la via cGAS-STING contribuisce all’infiammazione nel cervello che invecchia”.

Leggi anche:Invecchiamento biologico: studio rivela l’impronta molecolare

Impatto del blocco di STING sull’invecchiamento

I ricercatori hanno studiato gli effetti del blocco della proteina STING nei topi anziani. Come previsto dal suo ruolo centrale nel guidare l’infiammazione, l’inibizione di STING ha alleviato i marcatori di infiammazione sia nella periferia che nel cervello. Ancora più importante, gli animali trattati con inibitori di STING hanno mostrato miglioramenti significativi nella memoria spaziale e associativaIl blocco STING ha influenzato anche la funzione fisica con un miglioramento della forza muscolare e della resistenza.

Lo studio fa avanzare la nostra comprensione dell’infiammazione legata all’invecchiamento e offre anche potenziali strategie per rallentare il deterioramento cognitivo nelle condizioni neurodegenerative associate all’etàLa precisa delucidazione della diafonia neuroimmune che regola la neurotossicità dipendente dalla microglia è promettente anche per lo studio futuro delle malattie neurodegenerative.

Fonte:Nature

Newsletter

Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail

Articoli correlati

In primo piano