HomeSaluteCuore e circolazioneDal veleno di serpente un farmaco antipiastrinico

Dal veleno di serpente un farmaco antipiastrinico

In un nuovo studio, i ricercatori hanno rivelato che un farmaco che utilizza una proteina derivata dal veleno di serpente wagleri Tropidolaemus effettivamente riduce la formazione di coaguli di sangue nei topi, senza l’effetto collaterale di un eccessivo sanguinamento.

La vipera di Wagler (Tropidolaemus wagleri) vive tra la Tailandia meridionale, la Malesia peninsulare, Singapore e le isole dell’Indonesia (Borneo, Sumatra e Sulawesi), fino a quelle più meridionali delle Filippine. Nell’isola malaysiana di Penang questi serpenti sono i padroni incontrastati del famoso Tempio dei Serpenti. Si tratta di serpenti velenosi la cui colorazione verde brillante serve loro per mimetizzarsi nella foresta tropicale”.

Il coautore dello studio Jane Tseng, del Graduate Institute of Biomedical Electronics and Bioinformatics and Drug Research Center al National Taiwan University a Taipei e colleghi, ritengono che il farmaco potrebbe fornire un’alternativa più sicura ai farmaci antipiastrinici attuali.

I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology.

Gli antipiastrinici sono una classe di farmaci comunemente usati per la prevenzione e il trattamento di ictus, infarto e malattie cardiache. Essi agiscono impedendo ad un tipo di cellule del sangue chiamate piastrine di aggregarsi, riducendo la formazione di coaguli di sangue.

Anche se gli attuali farmaci antipiastrinici – quali aspirina, clopidogrel e glicoproteina IIb / IIIa – sono efficaci nel ridurre la formazione di coaguli di sangue, un loro effetto collaterale eccessivo è il sanguinamento dopo una lesione.

( Vedi anche:Veleno di serpente infuso in un idrogel blocca l’emorragia).

Il Dr. Tseng e colleghi ritengono che la proteina del veleno di serpente trowaglerix potrebbe aprire la strada ad un nuovo farmaco antiaggregante altrettanto efficace, ma che non causa un eccessivo sanguinamento.

In precedenti ricerche, il Dr. Tseng ed il suo team, hanno scoperto che trowaglerix interagisce con la glicoproteina VI (GPVI), una proteina che si trova sulla superficie delle piastrine per formare coaguli di sangue.

Gli studi hanno indicato che le piastrine prive di GPVI non hanno la capacità di formare coaguli di sangue e questo riduce il sanguinamento negli esseri umani. Per questa ragione, i ricercatori ipotizzano che l’inibizione di GPVI non solo ha il potenziale di prevenire la coagulazione del sangue, ma credono anche che potrebbe impedire un eccessivo sanguinamento.

Osservando la struttura della proteina trowaglerix, il Dr. Tseng e colleghi sono stati in grado di creare un farmaco che blocca l’attività di GPVI.

I ricercatori hanno testato il farmaco di nuova concezione sulle piastrine ed hanno scoperto che impediva la loro aggregazione.

Il team ha anche testato il farmaco sui topi. Rispetto ai topi che non sono stati trattati, i topi trattati hanno mostrato una più lenta formazione di coaguli di sangue. Per di più, i topi trattati non hanno avuto episodi di sanguinamento.

Nel complesso, i ricercatori ritengono che i loro risultati indicano che il farmaco a base di trowaglerix può offrire una strategia efficace e più sicura per prevenire la formazione di coaguli di sangue. Tuttavia, il team osserva che ulteriori studi sono necessari per determinare la sicurezza del farmaco e l’efficacia negli esseri umani.

“In generale, questo tipo di molecola ha una breve emivita nel corpo e sono necessarie delle strategie per un sistema di consegna che estenda la sua emivita”, dice il Dr. Tseng.

“La progettazione del farmaco inoltre, deve essere ottimizzata per garantire che la molecola interagisce solo con GPVI e non con altre proteine causando reazioni indesiderate”.

Fonte: Medicalnews

Newsletter

Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail

Articoli correlati

In primo piano