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Artrite reumatoide: terapie biologiche possono ridurre la perdita ossea

Una nuova revisione della International Osteoporosis Foundation (IOF) Chronic Inflammation and Bone Structure (CIBS) Working Group ha concluso che un tratTamento precoce e aggressivo dell’ artrite reumatoide (AR) con farmaci biologici, farmaci modificanti la malattia specificamente biologici anti-reumatici (DMARD), può essere più efficace nell’arrestare la perdita ossea progressiva nei pazienti con artrite reumatoide.

( “I farmaci biologici sono una particolare categoria di terapie mirate. Sono chiamati così perché mimano sostanze presenti nell’organismo, ma sono prodotti in laboratorio. Comprendono: i fattori di crescita, gli anticorpi monoclonali, le interluchine e l’interferone ed i vaccini”).

( vedi anche:La carenza di serotonina implicata nell’artrite reumatoide).

Il co-autore dello studio Dr. Cristiano Zerbini, Direttore del Centro Paulista de Investigação Clinica (CEPIC) a San Paolo, in Brasile, ha dichiarato:

“La perdita ossea è uno degli effetti più dannosi indotti dall’ infiammazione cronica nonché da farmaci assunti per trattare l’artrite reumatoide, come i glucocorticoidi. È quindi importante sviluppare farmaci per trattare l’ infiammazione cronica che non hanno un impatto negativo sulla salute delle ossa “.

La perdita ossea progressiva nell’artrite reumatoide è dovuta a diverse cause. Lo sviluppo dell’ infiammazione cronica da parte del sistema immunitario porta a segni e sintomi che possono aumentare la perdita ossea. Anoressia, malnutrizione, atrofia muscolare, cachessia e la depressione sono direttamente o indirettamente correlati all’infiammazione cronica. La diminuzione della capacità funzionale e la mancanza di esercizio fisico associati a dolore e deformità articolare, contribuisce ulteriormente alla perdita di massa ossea progressiva. Soprattutto, l’uso di corticosteroidi durante il trattamento della AR, causa perdita ossea: l’assunzione anche di una piccola dose di prednisone di 5 mg / giorno o equivalente per più di 3 mesi, è associata a perdita ossea rapida e persistente.

Uno studio ha dimostrato che il trattamento continuo con prednisone (10 mg / die per 90 giorni o più) aumenta il rischio di fratture vertebrali di 17 volte e fratture dell’anca di 7 volte.

Il riesame ‘Biologic therapies and bone loss in rheumatoid arthritis‘ presenta le migliori evidenze disponibili per quanto riguarda la perdita di tessuto osseo in pazienti affetti da artrite reumatoide. Offre un’analisi in profondità dei meccanismi di distruzione ossea nell’artrite reumatoide, tra cui: i marcatori sierici RA e perdita di tessuto osseo; gli anticorpi anti-proteine citrullinate (ACPA) e l’osso; effetti dei farmaci biologici sul tessuto osseo, come inibitori TNF e loro effetti sulla densità minerale ossea (BMD) e sui marcatori biochimici del turnover osseo e blocco interleuchina-6.

Il gruppo di lavoro ha concluso che:

  • Precoci e” aggressivi” trattamenti con farmaci biologici sono più efficaci nel raggiungere rapidamente un basso livello di infiammazione e arrestare la progressiva perdita di tessuto osseo.
  • Terapie mirate che agiscono su citochine specifiche e loro vie di segnalazione con farmaci biologici possono proteggere dalla perdita ossea e dovrebbero essere introdotte il più presto possibile.
  • Gli studi sul blocco di TNF hanno dimostrato che, anche in pazienti con artrite reumatoide che non rispondono al trattamento standard, è stato osservato un effetto protettivo sulle ossa suggerendo la possibilità che la terapia anti-TNF può ripristinare il rimodellamento osseo indipendentemente dalla sua azione anti-infiammatoria.
  • E’ stata osservata mancanza di efficacia del blocco di TNF sulla perdita di tessuto osseo della mano.Tuttavia il blocco di TNF ha mostrato la capacità di conservazione della densità minerale ossea nella zona lombare della colonna verebrale e nell’anca. Risultati migliori per quanto riguarda la perdita ossea localizzata, sono stati osservati con trattamento anti-IL-6.
  • Pochissimi studi hanno riportato l’inibizione della perdita ossea dopo il trattamento con rituximab e abatacept.
  • La terapia anti-RANKL ( RANKL è noto come una proteina di membrana di tipo II ed è un membro del fattore di necrosi tumorale(TNF). Influenza il sistema immunitario e controlla la rigenerazione ossea e rimodellamento.), ha mostrato effetti benefici nella conservazione della massa ossea in pazienti con artrite reumatoide, specialmente in iuxta-articolari, anche se questo trattamento non può alterare il processo infiammatorio.
  • Nuove terapie non biologiche, ma potenti inibitori della rete di citochine, possono offrire opzioni future per la conservazione della massa ossea in pazienti RA.

La Prof.ssa Patricia Clark, Co-autore dello studio e  Responsabile di Epidemiologia Clinica presso l’ Ospedale Infantil de Mexico, Città del Messico, ha dichiarato:

“Anche se diversi studi hanno riportato le azioni favorevoli di terapie biologiche in materia di protezione delle ossa, è chiaro che ci sono ancora bisogni insoddisfatti della ricerca sulle loro azioni sul rischio di fratture ossee nei pazienti con artrite reumatoide. Nel frattempo, si raccomanda a tutti i medici che curano pazienti con artrite reumatoide, di rimanere vigili sul loro rischio di perdita ossea e fratture”.

Fonte: Eurekalert

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