HomeSaluteCervello e sistema nervosoAlzheimer: derivato dell'ossitocina inverte la perdita di memoria

Alzheimer: derivato dell’ossitocina inverte la perdita di memoria

(Alzheimer-Immagine Credit Credito: Akiyoshi Saitoh, Università della Scienza di Tokyo).

Scienziati dal Giappone mostrano come il derivato dell’ossitocina somministrato per via nasale potrebbe essere usato per curare il morbo di Alzheimer.

Il declino cognitivo e la perdita di memoria osservati nell’Alzheimer (AD) sono attribuiti all’accumulo di proteina β-amiloide (Aβ), che altera la funzione neurale nel cervello. La sperimentazione ha dimostrato che l’ossitocina, un ormone peptidico principalmente responsabile del parto, del legame e dell’allattamento, regola anche il comportamento cognitivo nel sistema nervoso centrale dei roditori (SNC). Questa scoperta, insieme all’identificazione dei recettori dell’ossitocina nei neuroni del SNC, ha stimolato l’interesse per il potenziale ruolo dell’ossitocina nell’invertire la perdita di memoria legata a disturbi cognitivi come l’AD.

Tuttavia, i peptidi come l’ossitocina sono caratterizzati da una debole permeabilità della barriera ematoencefalica, e quindi possono essere consegnati in modo efficiente al cervello solo tramite la somministrazione intracerebroventricolare (ICV). L’ICV, tuttavia, è una tecnica invasiva che è poco pratica da implementare clinicamente.

La somministrazione di peptidi al SNC tramite somministrazione intranasale (IN) è un’opzione clinica praticabile.

 Il Prof. Chikamasa Yamashita dell’Università della Scienza di Tokyo ha recentemente brevettato un metodo per aumentare l’efficienza del rilascio di peptidi al cervello, introducendo peptidi che penetrano nelle cellule (CPP) e una sequenza di accelerazione della penetrazione (PAS) attraverso modifiche strutturali. Il lavoro precedente aveva confermato che sia i CPP che il PAS beneficiano del percorso di consegna naso-cervello.

 Ora, un gruppo di ricercatori, guidato dal Prof. Akiyoshi Saitoh e dal Prof. Jun-Ichiro Oka, ha sfruttato questo approccio per preparare un derivato dell’ossitocina: PAS-CPPs-ossitocina. 

I loro risultati sono stati pubblicati online in Neuropsychopharmacology Reports il 19 settembre 2022.

Vedi anche:Alzheimer: scoperta una riduzione dei recettori dell’insulina nei microvasi cerebrali

Spiegano gli autori:

“Per la prima volta, questo studio dimostra che la somministrazione di ICV di ossitocina nativa e la somministrazione di IN del derivato dell’ossitocina possono recuperare le alterazioni della memoria indotte da Aβ nei topi, senza influire sulle loro attività locomotorie. I recettori dell’ossitocina mediano gli effetti di miglioramento della memoria dell’ossitocina nativa (ICV) e del derivato dell’ossitocina (IN). L’ICV dell’ossitocina nativa era significativamente efficace a una dose di 0,3 μg nell’esame dose-risposta di tre dosi e questa dose è stata utilizzata successivamente. Lo scopo di questo studio era confermare se l’IN del derivato dell’ossitocina avrebbe avuto un effetto farmacologico equivalente all’ICV dell’ossitocina nativa, quindi lo abbiamo testato a una dose che ci si aspetterebbe fosse potente.  Sulla base di questi risultati, riteniamo che l’ossitocina fornisca un effetto protettivo contro i disturbi della memoria legati a condizioni patologiche come l’AD“.

Fonte:Neuropsychopharmacology Reports

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