HomeSaluteTumoriMieloma multiplo: terapia con anticorpi riduce la crescita del tumore

Mieloma multiplo: terapia con anticorpi riduce la crescita del tumore

Un trattamento sperimentale con anticorpi ha diminuito della metà il numero di cellule staminali tumorali che guidano la crescita dei tumori in quasi tutti i pazienti affetti da mieloma multiplo, un tumore del midollo osseo e tessuto osseo, secondo i risultati di uno studio clinico preliminare condotto da scienziati della Johns Hopkins Kimmel Cancer Center.

L’anticorpo, chiamato Medi-551, è stato testato in 15 pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo che hanno ricevuto un regime mensile di Lenalidomide e Desametasone – farmaci chemioterapici già approvati che sono spesso prescritti per il trattamento del mieloma multiplo.

I ricercatori prevedono di presentare i loro risultati il 19 aprile presso l’American Association for Cancer Research (AACR) Annual Meeting 2016 a New Orleans (abstract CT102).

I ricercatori, guidati da esperti del mieloma William Matsui e Carol Ann Huff, hanno misurato l’impatto dei farmaci sulle cellule staminali del cancro contando le cellule staminali nel midollo osseo e in campioni di sangue prelevato da pazienti partecipanti allo studio -MONTH- che si è concluso a marzo 2016.

Le cellule staminali del cancro derivate dal midollo osseo in un primo momento sono aumentate in media di 2,5 volte nei pazienti, dopo due cicli di Lenalidomide e Desametasone utilizzati da soli. Dopo che MEDI-551 è stato inserito nel trattamento, nel terzo e quarto mese, il numero di cellule staminali tumorali è diminuito della metà, in media, in 14 dei 15 pazienti.

Al contrario, in cinque pazienti di nuova diagnosi con mieloma multiplo che non hanno ricevuto il trattamento con anticorpi, il numero di cellule staminali del cancro è aumentato di 9,3 volte dopo una media di trattamento di quattro mesi con i soli altri due farmaci. Non sono stati riscontrati eventi avversi nei pazienti trattati con anticorpi.

Matsui e Huff fanno parte del gruppo di ricerca della  Johns Hopkins che nel 2002 è stato tra i primi a identificare e isolare le cellule staminali del cancro nel mieloma multiplo, che viene diagnosticato in circa 30.000 persone negli Stati Uniti, ogni anno. La loro successiva ricerca ha dimostrato come queste cellule staminali del cancro contribuiscono alla recidiva nei pazienti con mieloma multiplo e gli scienziati sono alla ricerca di nuovi modi per indirizzare queste cellule con trattamenti che possono arrestare la loro capacità di creare cellule tumorali mature e provocare la ricaduta.

” L’anticorpo MEDI-551 si rivolge a una specifica proteina chiamata CD19 che si trova sulla superficie delle cellule staminali del mieloma”, spiega Matsui. “Abbiamo scelto di effettuare questo studio clinico in pazienti di nuova diagnosi, perché i nostri dati iniziali hanno dimostrato che CD19 è quasi sempre espressa dalle cellule staminali del mieloma in questi pazienti, mentre noi non sappiamo se questo è il caso anche di pazienti in stadi più avanzati”.

I ricercatori hanno anche testato due modi diversi per misurare le cellule staminali del cancro nei pazienti: in campioni di tessuto aspirati dal midollo osseo e nel sangue prelevato dai pazienti durante lo studio. “Volevamo vedere se questi due test avrebbero dato risultati simili e in questo studio clinico abbiamo avuto la conferma: i risultati sono stati quasi identici”, dice Huff. “Dal momento che è molto più facile prelevare il sangue dei nostri pazienti, pensiamo che possiamo usare in primo luogo il sangue per monitorare le cellule staminali del mieloma, in futuro”.

Sebbene la maggior parte dei pazienti ha avuto una diminuzione di cellule staminali tumorali del mieloma dopo tre dosi di MEDI-551, queste cellule staminali sono aumentate in due dei pazienti.

Matsui, Huff ed i loro colleghi hanno in programma di condurre ulteriori studi per determinare l’impatto a lungo termine del trattamento con anticorpi nei pazienti con mieloma multiplo per scoprire come l’anticorpo potrebbe funzionare in combinazione con altri trattamenti.

“In altri studi della Johns Hopkins, abbiamo trovato che le terapie con anticorpi sono in grado di lavorare molto meglio dopo un trapianto di midollo osseo, in particolare nei trapianti allogenici, in cui i pazienti ricevono cellule del midollo osseo donato da un parente”, conclude Matsui.

Fonte: Sciencenwesline

Newsletter

Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail

Articoli correlati

In primo piano