HomeSaluteCervello e sistema nervosoLa stimolazione cerebrale profonda riduce i "tic" nella sindrome di Tourette

La stimolazione cerebrale profonda riduce i “tic” nella sindrome di Tourette

Immagine: Alon Mogilner,  (a sinistra) e Michael H. Pourfar,  (a destra) durante l’esecuzione di una procedura di stimolazione cerebrale profonda presso la NYU Langone Medical Center in paziente con grave sindrome di Tourette. Credit: Joshua Brigh 

Una tecnica chirurgica che invia impulsi elettrici ad una specifica area del cervello riduce i “tic”, o movimenti involontari nei giovani adulti con sindrome di Tourette, secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della NYU Langone Medical Center.

Lo studio, pubblicato il 7 aprile dal Journal of Neurosurgery, è una revisione retrospettiva di dati da pazienti con sindrome di Tourette che sono stati sottoposti ad una tecnica sperimentale nota come stimolazione cerebrale profonda talamica (DBS) alla New York University Langone. I risultati, secondo i ricercatori, si aggiungono ad un crescente corpo di prove a sostegno della DBS come trattamento sicuro ed efficace per i casi gravi di sindrome di Tourette e possono in ultima analisi, portare all’ approvazione della tecnica da parte della FDA.

( Vedi anche: Una sostanza chimica potrebbe essere la chiave per controllare la sindrome di Tourette).

“Il nostro studio dimostra che la stimolazione cerebrale profonda è un trattamento sicuro ed efficace per i giovani adulti con grave sindrome di Tourette che non possono essere gestiti con le terapie attuali”, dice Alon Mogilner, Prof. Associato dei Dipartimenti di Neurochirurgia e Anestesiologia alla NYU Langone e Direttore del Centro per la neuromodulazione.

“Questo trattamento ha il potenziale di migliorare la qualità della vita dei pazienti che sono debilitati sin dall’ adolescenza e in età adulta a causa della malattia”, ha aggiunto il ricercatore.

La sindrome di Tourette inizia durante l’infanzia e molti pazienti tendono a a migliorare man mano che invecchiano. Tuttavia, per alcuni, i sintomi diventano così gravi che diventano socialmente isolati e non in grado di lavorare o di frequentare la scuola.

Il Dr. Mogilner ed il suo collega, Michael H. Pourfar, un Assistente Professore nei dipartimenti di neurochirurgia e neurologia e co-direttore del Centro per la neuromodulazione, hanno aperto la strada al trattamento della forma grave della Sindrome di Tourette nei giovani adulti.

La tecnica chirurgica consiste in un procedimento che si realizza in più stadi: nella prima fase si inseriscono due elettrodi in una regione del cervello chiamata talamo mediale, la parte del circuito del cervello che funziona in modo anormale nella sindrome di Tourette. Durante un secondo intervento chirurgico eseguito il giorno successivo o pochi giorni dopo, un dispositivo simile ad un pacemaker chiamato un neurostimolatore viene collegato agli elettrodi ed emette impulsi elettrici nel talamo mediale. Questi impulsi sono regolati nel corso di una serie di visite ambulatoriali di follow-up per trovare la combinazione di impostazioni che meglio controlla i sintomi.

Nello studio, il team ha seguito 13 pazienti con almeno sei mesi di visite di follow-up. I partecipanti allo studio avevano un’età compresa tra 16 / 33 anni. Per determinare l’efficacia della procedura, i ricercatori hanno misurato la gravità dei tic, prima e dopo l’intervento chirurgico, utilizzando la Yale globale Tic Severity Scale (YGTSS). Essi hanno scoperto che la gravità dei tic è diminuita in media del 37 per cento a partire dal momento degli interventi fino alla prima visita di follow-up, mentre durante l’ ultima visita, i  tic dei pazienti sono diminuiti in media del 50 per cento.

Altrettanto significativo è che tutti i pazienti hanno riferito in un ulteriore studio di indagine,  che dopo sei mesi dall’intervento chirurgico i loro sintomi sono migliorati ancora. “L’indagine rappresenta un aspetto importante dello studio”, dice il Dr. Pourfar, “perché la scala YGTSS, utilizzata per la valutazione del miglioramento dei sintomi, anche se è una scala validata, può non cogliere appieno l’impatto della stimolazione cerebrale profonda sulla qualità della vita di una persona con la sindrome di Tourette”.

La stimolazione cerebrale profonda viene utilizzata per il trattamento di altre condizioni neurologiche che non possono essere adeguatamente controllate con i farmaci, tra cui il morbo di Parkinson, il tremore, la distonia e l’epilessia.

Poichè la FDA non ha ancora approvato la stimolazione cerebrale profonda per il trattamento della sindrome di Tourette, la tecnica è considerata ancora sperimentale.

Fonte: Journal of Neurosurgery

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