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Il virus di Usutu è tornato, non solo nei merli, ma anche negli esseri umani

Il virus di Usutu, un flavivirus di origine africana, è stato per la prima volta rilevato in Austria nel 2001, quando ha provocato una grave morte di uccelli, principalmente di merli. Il virus era attivo nella parte orientale dell’Austria fino al 2005. Durante i 10 anni successivi non è stato osservato alcun virus di Usutu associato alla mortalità degli uccelli in Austria – contrariamente alla vicina Ungheria. L’anno scorso il virus di Usutu è stato identificato nuovamente in due uccelli e nel 2017  in sedici uccelli.

Un team di ricerca del Vetmeduni Vienna ha esaminato i ceppi di virus coinvolti. In un altro studio il virus di Usutu è stato trovato in sette donatori di sangue dell’Austria orientale, suggerendo che le infezioni umane sembrano essere più frequenti di quanto precedentemente pensato.

Tra il 2001 e il 2005 la massiccia mortalità di merli nell’Austria orientale ha ricevuto un’ampia attenzione pubblica. Il virus di Usutu, l’agente eziologico, appartiene alla famiglia flavivirus, insieme a virus dell’ encefalite, il virus West Nile e Dengue. Da allora non è stata più osservata la mortalità degli uccelli associata al virus Usutu in Austria, mentre in altri paesi europei come l’Ungheria, un piccolo numero di uccelli selvatici,positivo al virus di Usutu, è stato diagnosticato ogni anno. La situazione epidemiologica è cambiata in modo significativo nel 2016, quando è stata segnalata la diffusione del virus di Usutu negli uccelli selvatici di vari paesi europei tra cui 12 casi in Ungheria e 2 in Austria.

Un team di ricercatori del Vetmeduni a Vienna ha studiato geneticamente i ceppi di virus che si sono diffusi in Ungheria nel 2010 e in Austria nel 2016.

Nel 2014, la Croce Rossa austriaca, Blood Service di Vienna, Bassa Austria e Burgenland, hanno avviato uno screening di tutto il sangue donato tra il 1° giugno e il 30 novembre di ogni anno, per  rilevare il virus del West Nile. È interessante notare che un campione di sangue nel 2016 e sei nel 2017, sono risultati infetti da virus Usutu e non da virus del West Nile.

Vecchi e nuovi virus circolano in Austria e in Ungheria

“Siamo rimasti sorpresi di vedere dopo 10 anni di assenza, l’anno scorso la riemergenza del virus di Usutu in Austria e in altri paesi europei”, dice il principale ricercatore Norbert Nowotny dell’Istituto di Virologia. “Abbiamo quindi indagato la struttura genetica dei virus austriaci e ungheresi al fine di migliorare la nostra comprensione dei ceppi di virus attualmente attivi nelle regioni “. I virus identificati in Ungheria tra il 2010 e il 2015 sono strettamente correlati con il ceppo “originale” del virus che era responsabile della morte dei merli in Austria dal 2001 al 2005. Tuttavia, i virus trovati nel 2016 in entrambi i paesi si sono rivelati correlati a ceppi di virus che circolavano in Italia nel corso del 2009 e del 2010. Queste due varianti di virus appartengono a due differenti linee genetiche europee. “Ciò dimostra che vari ceppi di virus si sono scambiati tra paesi vicini “, spiega Nowotny.

Le infezioni umane da Usutu sono più diffuse di quanto precedentemente pensato

Oltre agli uccelli selvatici,anche  l’uomo può essere infettato dai virus Usutu attraverso punture di zanzara. Di solito le infezioni umane da Virus Usutu sono asintomatiche, anche se a volte possono causare febbre ed eruzioni cutanee. I sintomi neurologici e conseguenze gravi della malattia sono rari negli esseri umani, anche se complicazioni sono state riportate in pazienti immunosoppressi, ad esempio in due casi nel 2009 in Italia.

Con l’aumentata attività dei virus di Usutu in una regione, anche il rischio di infezioni umane aumenta. Poiché il virus del West Nile, un noto agente patogeno, è endemico nella parte orientale dell’Austria, tutte le donazioni di sangue provenienti da quella zona sono state testate per  i  flavivirus dal 2014. “Contrariamente alla maggior parte delle altre infezioni da flavivirus, l’Usutu non è considerato trasmissibile, tuttavia, il test diagnostico impiegato, rileva essenzialmente tutti i flavivirus, incluso il virus di Usutu “, afferma Franz Allerberger dell’Agenzia austriaca per la salute e la sicurezza alimentare (AGES). Attraverso test a virus specifici, si è scoperto che sette donazioni di sangue sono state infettate con virus di Usutu e non con il virus di West Nile. Nessuno dei donatori di sangue positivo al virus di Usutu ha riportato sintomi clinici.

Il test del sangue del donatore impedisce le malattie successive

“Le donazioni di sangue Flavivirus-positive, sia positive al  West Nile che ad Usutu, vengono scartate e di conseguenza, non ci sono rischi per i destinatari delle donazioni di sangue”, ha concluso il ricercatore.

Fonte: Eurosurveillance 

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