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Nuovo trattamento del Clostridium diff. riduce le infezioni ricorrenti del 40 per cento

Un nuovo trattamento per il Clostridium difficile riduce le infezioni ricorrenti di quasi il 40%, secondo un ampio studio.

Il Clostridium diff. è un batterio che infetta l’intestino ed è la causa più comune di diarrea infettiva nei pazienti ospedalizzati. Le recidive sono comuni dopo il trattamento antibiotico, sono causa di ricoveri in ospedale e in alcuni casi possono essere fatali.

( Vedi anche:Individuato un obiettivo chiave per la lotta contro il Clostridium difficile).

Ora un gruppo di ricercatori ha scoperto che l’aggiunta di un farmaco chiamato bezlotoxumab (Merck) al trattamento antibiotico standard può ridurre il rischio di una recidiva dell’infezione del 37%. Bezlotoxumab è un anticorpo monoclonale umano che lavora neutralizzando una tossina prodotta dal C.diff che danneggia la parete intestinale.

Mark Wilcox, Professore di Microbiologia presso l’Università di Leeds, ha condotto lo studio che è stato pubblicato oggi nel New England Journal of Medicine .

Il Prof. Wilcox ha detto: “Circa uno su quattro pazienti che sono stati trattati con antibiotici per una prima infezione da C.diff, avrà una recidiva. Queste infezioni ripetute sono più difficili da trattare, possono avere esiti più gravi per il paziente e sono associate a più ricoveri. E’ importante trattare i primi episodi di infezione da C. diff in modo ottimale poichè ogni ricorrenza aumenta la possibilità di un altro episodio di infezione”.

“Meno infezioni ricorrenti significherebbe meno necessità di utilizzare gli antibiotici, un minor numero di ricoveri ospedalieri e, eventualmente, una riduzione delle morti”.

Per la ricerca, i medici hanno condotto uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo che ha coinvolto 2.655 adulti in oltre 300 ospedali in 30 paesi in tutto il mondo.

Tutti i partecipanti hanno avuto primarie o ricorrenti infezioni da C.diff e sono stati trattati con una cura standard di  antibiotici (metronidazolo, vancomicina o fidaxomicina).

Essi sono stati assegnati in modo casuale a ricevere infusioni di:

– Una singola dose di (un altro anticorpo monoclonale umano) actoxumab (10 mg per chilogrammo di peso corporeo)

– Una singola dose di bezlotoxumab (10 mg per chilogrammo di peso corporeo)

– Una singola dose di bezlotoxumab più actotoxumab (10 mg per kg di peso corporeo)

– Un placebo (soluzione fisiologica)

Dopo il trattamento iniziale i pazienti sono stati poi seguiti per 12 settimane per verificare quanti di loro avrebbero sviluppato un’altra infezione da C.diff.

– Nel gruppo actoxumab, il 26% ha sviluppato un’altra infezione C.diff

– Nel gruppo bezlotoxumab, il 17% ha sviluppato un’altra infezione C.diff

– Nel gruppo bezlotoxumab / actotoxumab, il 15% ha sviluppato un’altra infezione C.diff

– Nel gruppo placebo, il 27% ha sviluppato un’altra infezione C.diff.

“I medici dovrebbero ora considerare che i pazienti affetti da C.diff. potrebbero trarre miglior beneficio dall’uso di bezlotoxumab“, ha detto il Prof. Wilcox. “Gli studi hanno dimostrato che bezlotoxumab è particolarmente efficace in quei pazienti affetti da infezione da C.diff. con fattori di rischio per esito sfavorevole, tra cui l’età avanzata, immunocompromissione e gravi altre infezioni”.

Fonte: Medicalxpress

 

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