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Sviluppato un inalante a base di nanoparticelle per il trattamento delle malattie cardiache

Immagine: i pazienti con insufficienza cardiaca potrebbero un giorno ricevere trattamenti inalando nanoparticelle. Credito: studio Ella Maru, scientific-illustrations.com

Un team di ricercatori italiani e tedeschi ha sviluppato un inalante a base di nanoparticelle per il trattamento di persone affette da malattie cardiache. Nel loro articolo pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, il gruppo descrive lo sviluppo dell’inalante, come può essere usato e quanto sia stato efficace quando testato su animali da laboratorio.

Negli ultimi anni, sono state sviluppate nanoparticelle per somministrare farmaci a specifiche parti del corpo, consentendo una terapia a contatto diretto. Tali rimedi vengono generalmente somministrati per via orale o endovenosa, ma ricercatori con questo nuovo sforzo descrivono come esse siano inefficiente per il rilascio di farmaci cardiaci. Il nuovo approccio invece, permette l’inalazione delle nanoparticelle che e consente al farmaco di raggiungere il cuore più velocemente e di essere assorbito dai cardiomiociti, il che si traduce in una migliore funzionalità cardiaca.

( Vedi anche:Il potassio aiuta a prevenire le malattie cardiache).

Il team ha creato nanoparticelle con materiale che ricorda da vicino i denti e le ossa, dando luogo a particelle di fosfato di calcio abbastanza piccole da essere assorbite nel tessuto cardiaco, ma abbastanza grandi da trasportare medicine dove sono necessarie. La medicina in questo caso era un farmaco che è stato trovato efficace per riparare i canali del calcio sulle superfici delle cellule cardiache, una parte fondamentale del ripristino della normale attività elettrica cardiaca.

Dopo aver caricato le nanoparticelle con i farmaci per la terapia, il team ei ha somministrate ai topi e ratti i cui cuori erano stati danneggiati in modo da imitare la cardiomiopatia diabetica. Il team ha poi valutato la salute dei loro cuori verificando la quantità di sangue espulsa dal ventricolo sinistro. I ricercatori riferiscono che prima della somministrazione del trattamento farmacologico, i topi con cuori danneggiati hanno ottenuto un punteggio inferiore di 17 punti percentuali rispetto ai topi sani. Dopo il trattamento, i ricercatori hanno rilevato che le misurazioni sono aumentate in media di 15 punti percentuali, che descrivono come un recupero quasi completo.

Soddisfatti dei loro risultati nei roditori, i ricercatori hanno testato il sistema di somministrazione di farmaci nei suini (che hanno un sistema respiratorio più simile all’uomo), in particolare per verificare quanto velocemente il farmaco si accumulanel tessuto cardiaco ed hanno scoperto che il farmaco raggiunge rapidamente il tessuto cardiaco, come previsto, offrendo un migliore trattamento rispetto ai metodi convenzionali.

Il team riferisce inoltre che l’inalazione delle nanoparticelle non ha causato alcuna tossicità nel tessuto cardiaco nei topi o nei ratti. Saranno necessari ulteriori studi per garantire che il sistema di consegna sia sicuro prima che possa essere testato sugli esseri umani.

Fonte: Science

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