HomeSaluteVirus e parassitiSempre più vicini ad un trattamento farmacologico per l'epatite B

Sempre più vicini ad un trattamento farmacologico per l’epatite B

Immagine: virus dell’epatite B. Credit: Centers for Disease Control and Prevention.

Una nuova comprensione di come opera il virus dell’ epatite B potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti farmacologici per questa infezione che è la principale causa di cancro al fegato in tutto il mondo.

I ricercatori delle Università di York e Leeds hanno identificato un “codice di assemblaggio” nel materiale genetico del virus dell’epatite B che gli permette di creare un involucro protettivo in cui può produrre nuove particelle infettive.

( Vedi anche: Nuove possibilità terapeutiche per l’epatite B.

I ricercatori hanno scoperto che il segnale generato dall’ acido ribonucleico (RNA) aiuta le proteine virali a superare un ‘problema di ingegneria’ : assemblarle in un particolare modello geometrico.

Il professor Reidun Twarock, biologo matematico presso il Dipartimento di Matematica e Biologia dell’Università di York, ha detto: ” Le proteine virali ​​sono attratte dai segnali dell’RNA che poi promuovono il loro montaggio in una macchina molecolare precisa che permette al virus di produrre una copia di DNA del suo materiale genetico e quindi diventare infettivo”.

Il virus si trasmette attraverso il sangue e fluidi corporei. Si pensa che più di due miliardi di persone sono state infettate in tutto il mondo dal virus dell’epatite B e circa 350 milioni di persone rimangono portatori dell’ infezione, che nel tempo, può causare la loro morte.

Il virus è presente in Europa, ma è molto più comune in alcune parti dell’Asia, in particolare in Cina e Africa. Ci sono più di un milione di persone infettate negli Stati Uniti dove i trattamenti possono includere farmaci costosi e addirittura il trapianto di fegato.

Il professor Peter Stockley, virologo presso l’Università di Leeds Astbury Center, ha detto: “C’è un vaccino per il virus, ma una volta che sei stato infettato non c’è nessun trattamento diverso da farmaci che possono ridurre i sintomi, ma non cambiano a lungo termine le prospettive”.

” Ora che sappiamo come il virus assembla le proteine, possiamo interrompere le sue interazioni con i segnali RNA”.

I ricercatori stanno già collaborando con un team del National Institutes of Health negli Stati Uniti per identificare potenziali farmaci candidati che sono in grado di spezzare il legame tra RNA e proteine, per fermare la replicazione virale.

La ricerca è stata finanziata dal Wellcome Trust, Medical Research Council e dalle Università di Leeds e York ed è stata pubblicata sulla rivista Nature Microbiology.

Fonte: Nature Microbiology

 

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