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Scoperto nuovo regolatore del metabolismo nel fegato

Immagine: retinolo saturase espresso a sinistra, esaurito a destra. (Microscopia confocale, cellule epatiche). Credit: M.Schupp.

L’enzima retinolo saturasi controlla la gestione del glucosio del fegato.

Tutte le cellule possono adattare la loro attività metabolica rispetto alla disponibilità di varie fonti di energia, come il glucosio. Questa capacità vitale rende le cellule più efficienti nell’assorbire e utilizzare queste sostanze, oltre a proteggerle contro gli effetti negativi del sovraccarico. Tuttavia, l’esposizione a livelli di glucosio cronicamente elevati può determinare una risposta adattabile che danneggia le cellule e promuove le malattie.

Lo studio è stato pubblicato in Nature Communications.

Guidati dal Prof. Dr. Michael Schupp, responsabile del gruppo di lavoro di farmacologia e metabolismo molecolare presso l’Istituto di Farmacologia Charité, i ricercatori hanno dimostrato che l’enzima retinolo saturasi svolge un ruolo nei processi adattivi che si trovano nelle cellule epatiche. Studiando i livelli dell’enzima sia nei partecipanti magri che obesi, i ricercatori hanno scoperto che i livelli di questo enzima aumentano in linea con il peso corporeo. Essi hanno anche analizzato le vie metaboliche delle cellule e il loro adattamento metabolico ai livelli di glucosio dopo aver ridotto l’abbondanza dell’enzima. Gli effetti metabolici negativi associati all’esposizione in eccesso al glucosio erano significativamente meno pronunciati nelle cellule che erano state modificate in questo modo.

Discutendo i risultati dello studio, Prof. Schupp conclude: “L’inattivazione dell’attività del retinolo saturasi può offrire un nuovo approccio al trattamento della malattia metabolica del fegato e dei suoi problemi associati, come la malattia epatica e dislipidemia”. Come passo successivo, i ricercatori stanno progettando di identificare i meccanismi coinvolti e di verificare se altri tipi di cellule necessitano anche di questo enzima per adattarsi ai livelli di glucosio che cambiano.

Fonte: Nature

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