HomeSaluteVirus e parassitiPrimo caso umano di influenza aviaria A(H5N1) in Europa

Primo caso umano di influenza aviaria A(H5N1) in Europa

(Influenza aviaria-Immagine: mappa dei locali infetti da H5N1 dell’influenza aviaria ad alta patogenicità e degli eventi di uccelli selvatici, Gran Bretagna, ottobre 2021-gennaio 2022. Credito: Eurosurveillance).

A seguito di un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità A(H5N1) in uno stormo di circa 125 anatre mute in un ambiente domestico nel sud-ovest dell’Inghilterra il 22 dicembre 2021, il virus è stato successivamente confermato anche nel proprietario del branco.

Sebbene la trasmissione dei virus dell’influenza aviaria dagli uccelli all’uomo sia generalmente rara, questi virus possono adattarsi e acquisire la capacità di diffondersi anche da persona a persona. L’identificazione tempestiva dell’infezione umana è quindi fondamentale per prevenire un’ulteriore diffusione.

Nella loro rapida comunicazione, Oliver et al. descrivono gli aspetti clinici, epidemiologici e virologici di questo primo caso umano di influenza aviaria A(H5N1) in Europa. In Gran Bretagna, la stagione autunno/inverno 2021/22 ha visto dal 2003 il maggior numero mai registrato di rilevamenti di uccelli selvatici di influenza aviaria ad alta patogenicità A(H5N1) e focolai di pollame.

L’influenza A(H5N1) è stata confermata in 19 uccelli vivi su 20 campionati nello stormo il 22 dicembre 2021. Il proprietario dello stormo era stato in stretto contatto con gli uccelli infetti senza alcun dispositivo di protezione individuale, ma è rimasto asintomatico durante un ciclo di trattamento prolungato con antivirali (Oseltamivir) per 10 giorni fino a quando due test consecutivi di reazione a catena della polimerasi (PCR) sono risultati negativi. Durante quel periodo, le autorità sanitarie hanno avviato un tracciamento completo dei contatti tra 11 contatti umani. Tra questi contatti non sono stati osservati casi primari aggiuntivi o trasmissioni secondarie.

Vedi anche:Influenza aviaria H5N1 a Hunan nel mezzo della crisi da coronavirus

Durante l’indagine, le sequenze di tutti i segmenti genici del ceppo virale umano sono state confrontate con quelle del virus dell’anatra e l’analisi ha confermato che l’H5N1 nel materiale respiratorio del proprietario del gregge era identico in tutti i segmenti alla sequenza aviaria, a parte quattro nucleotidi (nt) mutazioni.

Secondo gli autori, “le circostanze relative all’esposizione agli uccelli erano insolite, con un alto grado di stretto contatto con un gran numero di uccelli infetti e un ambiente domestico chiuso contaminato dal virus che ha provocato l’infezione. Il contatto non ha portato ad alcun cambiamento genetico rilevato nel virus che potrebbe essere associato a un aumento del rischio zoonotico. Questo caso dimostra l’aumento del rischio rappresentato da questo tipo di stretto contatto, ma non modifica la valutazione complessiva che il rischio di infezione per il pubblico in generale, rimane molto basso”.

La ricerca è stata pubblicata su Eurosurveillance.

Fonte: Eurosurveillance

 

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