Occhi

L’omocisteina potrebbe combattere il glaucoma

Omocisteina-Immagine credit public domain.

Un integratore vitaminico, l’omocisteina, sembra rallentare il danno al nervo ottico correlato al glaucoma, anche senza abbassare la pressione oculare.

Un semplice integratore vitaminico che stimola il metabolismo oculare potrebbe essere la chiave per rallentare i danni causati dal glaucoma, una delle principali cause di cecità. Una nuova ricerca pubblicata su Cell Reports Medicine dimostra che questo integratore potrebbe contribuire a proteggere il nervo ottico, che viene gradualmente danneggiato dalla malattia. I risultati sono così solidi che gli scienziati hanno già avviato una sperimentazione clinica su pazienti umani.

Il glaucoma causa danni lenti, ma progressivi al nervo ottico, che spesso portano alla perdita della vista e, nei casi più gravi, alla cecità totale. Il principale responsabile è l’aumento della pressione intraoculare. Trattamenti come colliri, laserterapia o interventi chirurgici mirano ad abbassare questa pressione, ma i risultati possono variare notevolmente da persona a persona.
Spiegano gli autori:
“Il glaucoma è caratterizzato dalla disfunzione e morte delle cellule ganglionari retiniche (RGC), i neuroni di output della retina. È una malattia neurodegenerativa comune e la principale causa di cecità irreversibile in tutto il mondo. Si stima che oltre 80 milioni di persone abbiano ricevuto una diagnosi di glaucoma, il che lo rende una priorità sanitaria ed economica. Attualmente non esistono terapie neuroprotettive e la riduzione della pressione intraoculare (IOP, un fattore di rischio importante, ma non completamente causale) è l’unica strategia comprovata. Tuttavia, alcuni pazienti sviluppano il glaucoma con una IOP nell’intervallo normale e continuano a perdere la vista nonostante la riduzione della IOP, mentre il raggiungimento della IOP “target” (la IOP al cui raggiungimento è considerata improbabile la progressione) può comportare rischi significativi e avere un impatto negativo sulla qualità della vita. Numerosi meccanismi patogenetici sono stati identificati nel glaucoma, evidenziando la complessità della malattia e la difficoltà nell’identificare terapie neuroprotettive efficaci. Studi recenti hanno identificato una disfunzione metabolica nella retina e nel nervo ottico che si verifica prima della neurodegenerazione rilevabile delle RGC nel glaucoma (tramite analisi trascrittomiche e metabolomiche), presentando il potenziale per la neuroprotezione prima dell’inizio delle cascate neurodegenerative. La perdita della funzione mitocondriale e del trasporto nelle RGC, la ridotta capacità energetica, la perdita della capacità di mantenere la nicotinamide adenina dinucleotide, e l’esaurimento delle fonti energetiche alternative sono stati tutti identificati precocemente nel glaucoma in pazienti umani e modelli animali. Mentre la disfunzione metabolica è emersa come un chiaro meccanismo patofisiologico nel glaucoma, si sa poco sulla capacità di mantenere la funzione anabolica nel glaucoma (ad esempio, metabolismo monocarbonioso) e sulla potenziale disregolazione dei metaboliti che non sono direttamente coinvolti nel metabolismo energetico (ad esempio, generazione di ATP)”.

Per anni, gli scienziati si sono chiesti se una molecola chiamata omocisteina potesse essere parte del puzzle. Ora, i ricercatori del Karolinska Institutet hanno approfondito la questione. Sorprendentemente, quando hanno aumentato i livelli di omocisteina nei ratti affetti da glaucoma, la malattia non è peggiorata.

Hanno poi esaminato persone affette da glaucoma e hanno scoperto qualcosa di altrettanto interessante. Livelli elevati di omocisteina nel sangue non erano correlati a una progressione più rapida della malattia. Persino le persone geneticamente predisposte a produrre più omocisteina non avevano maggiori probabilità di sviluppare il glaucoma. Questi risultati suggeriscono che l’omocisteina non sia la causa del danno, ma potrebbe invece essere il segno di un’altra anomalia nell’occhio.

Indizi metabolici nella retina

Poiché l’omocisteina è una componente naturale del metabolismo corporeo, i ricercatori hanno voluto studiare i percorsi metabolici che la coinvolgono sia nei roditori che negli esseri umani affetti da glaucoma. Hanno quindi osservato diverse anomalie, la più importante delle quali erano alterazioni metaboliche legate alla capacità della retina di utilizzare determinate vitamine. Questa alterazione comportava un rallentamento del metabolismo a livello locale nella retina, contribuendo allo sviluppo della malattia.

La nostra conclusione è che l’omocisteina è un semplice spettatore nel processo patologico, non un fattore determinante. Livelli alterati di omocisteina potrebbero rivelare che la retina ha perso la capacità di utilizzare determinate vitamine necessarie per mantenere un metabolismo sano. Per questo motivo abbiamo voluto verificare se l’integrazione di queste vitamine potesse proteggere la retina“, afferma James Tribble, co-responsabile dello studio, ricercatore e Professore associato presso il Dipartimento di Neuroscienze Cliniche del Karolinska Institutet.

Risultati promettenti nei modelli animali

In esperimenti su topi e ratti affetti da glaucoma, i ricercatori hanno somministrato integratori di vitamine del gruppo B (B6, B9 e B12), nonché di colina. Questo ha avuto un effetto positivo. Nei topi con glaucoma a sviluppo più lento, il danno al nervo ottico si è completamente arrestato. Nei ratti, affetti da una forma più aggressiva della malattia con una progressione più rapida, la malattia è stata rallentata.

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In questi esperimenti, la pressione oculare non è stata trattata, fatto che i ricercatori sottolineano come particolarmente interessante, poiché suggerisce che la miscela di vitamine agisce sulla malattia in modo diverso rispetto all’abbassamento della pressione oculare.

I risultati sono così promettenti che abbiamo avviato una sperimentazione clinica, con pazienti già reclutati presso l’ospedale oculistico St Eriks di Stoccolma”, afferma James Tribble.

Sono inclusi sia i pazienti con glaucoma primario ad angolo aperto (progressione più lenta) sia quelli con glaucoma pseudoesfoliativo (progressione più rapida).

Fonte:Cell Reports Medicine

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