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Nuovo potenziale trattamento per lo shock settico

Lo shock settico è fondamentalmente dovuto alla reazione sistemica del corpo contro gli agenti infettivi batterici. 

Il numero di morti per shock settico in unità di terapia intensiva è molto elevato ed è ancora in aumento, nonostante i numerosi studi clinici su larga scala. Gli scienziati del VIB e UGent, sotto la supervisione di Peter Vandenabeele, hanno dimostrato in uno studio sui topi, che un potenziale nuovo trattamento per la sepsi può consistere nella neutralizzazione simultanea di due citochine dannose nella circolazione sanguigna, vale a dire l’interleuchina-1 e l’interleuchina-18.

Nella unità di ricerca VIB di Pietro Vandenabeele, il ricercatore post-dottorato Tom Vanden Berghe, in collaborazione con Anje Cauwels, ha scoperto un potenziale trattamento innovativo per la sepsi basato su una strategia di combinazione. Lo studio è stato condotto sui topi e ha rivelato che è cruciale per neutralizzare due citochine nocive nella circolazione sanguigna contemporaneamente, più specificamente interleuchina-1 e interleuchina-18. La neutralizzazione di interleuchina-1 è attualmente utilizzata per il trattamento dell’ artrite reumatoide acuta, mentre la neutralizzazione dell’ interleuchina-18 viene utilizzata  per il trattamento di diverse altre malattie infiammatorie. Peter Vandenabeele ha affermato:  “Colpire un bersaglio non è sufficiente. La biologia è piena di pleiotropia e sinergia, anche nelle malattie. Colpire bersagli multipli, anche in shock settico, può essere la strada da percorrere “.

 L’applicazione della terapia combinata  per il trattamento dei pazienti settici in ospedale, può beneficiare del fatto che ciascuno di tali trattamenti anti-citochina è già in uso clinico. Ciò può creare una rinnovata speranza per la lotta contro questa malattia pericolosa per la vita, che è ancora in aumento a causa di batteri resistenti agli antibiotici, come pure del crescente numero di pazienti il cui sistema immunitario è indebolito da una malattia o della terapia (per esempio il cancro, malattie autoimmuni, trapianto di organi e il diabete). 

Questi nuovi risultati rafforzano la nostra crescente consapevolezza che in malattie complesse come la sepsi può non essere sufficiente  neutralizzare un mediatore, ma che le strategie di combinazione possono essere essenziali per aumentare le possibilità di successo della terapia. 

I ricercatori sperano che l’efficacia di questa terapia combinata possa essere ulteriormente esplorata in futuro, con l’aiuto dell’industria farmaceutica e test clinici.

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