Uno studio dell’UCSF rivela che l’invecchiamento può effettivamente alleviare i sintomi del lupus.
L’iperattività immunitaria nella mezza età sembra diminuire nei pazienti più anziani, invertendo il consueto aumento dell’infiammazione correlato all’età e suggerendo nuove strategie terapeutiche.
Lupus: una malattia autoimmune che si attenua con l’età
Il lupus è considerato una delle malattie autoimmuni più note.
Nelle persone affette da lupus, la prima linea di difesa del sistema immunitario contro i virus, chiamata interferoni, inizia a colpire erroneamente l’organismo stesso. Questo attacco interno può colpire quasi tutti gli organi principali, spesso portando a gravi complicazioni come malattie cardiache o renali.
Tuttavia, a differenza di molte patologie croniche o autoimmuni, il lupus a volte assume una piega inaspettata in età avanzata. Per alcuni pazienti, i sintomi possono addirittura migliorare tra i 60 e i 70 anni.
Osservazioni cliniche nel mondo reale
“Vedo i miei pazienti affetti da lupus più giovani, tra i 20, i 30 e i 40 anni, ogni pochi mesi, monitorandoli attentamente per individuare eventuali segni di malattia grave, ma molti dei miei pazienti più anziani li visito solo una volta all’anno per un controllo”, ha affermato Sarah Patterson, MD, Professore associato di medicina presso la divisione di reumatologia dell’UCSF. “Se i pazienti superano questi decenni rischiosi, a volte notano un netto miglioramento”.
La Dott.ssa Patterson e il suo team hanno recentemente pubblicato una nuova ricerca su Science Translational Medicine che aiuta a spiegare questo cambiamento legato all’età.
Esaminando campioni di sangue di pazienti affetti da lupus di varie età, i ricercatori hanno scoperto che l’invecchiamento sembra ridurre l’attività di specifici geni immunitari. Questo cambiamento si traduce in livelli più bassi di interferoni e altre proteine che causano l’infiammazione in tutto il corpo.
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Inversione dell’infiammazione nei pazienti con lupus
Lo studio ha scoperto che negli adulti sani, i geni e le proteine correlati all’infiammazione aumentano lentamente nel corso degli anni, un processo che è stato definito “inflammaging”. Nei pazienti affetti da lupus, tuttavia, l’espressione di questi geni e proteine era anormalmente elevata nella mezza età, ma diminuiva con il passare dei decenni.
“L’inflammaging sembrava invertito nei pazienti con lupus”, ha affermato Chaz Langelier, MD, PhD, professore associato di medicina presso l’UCSF e autore senior dello studio. “Ma non completamente invertito. I pazienti con lupus presentavano comunque un livello di segnalazione infiammatoria maggiore rispetto agli adulti sani in età avanzata”.
Questa inversione riflette ciò che Patterson ha visto nei suoi pazienti: un ritorno a qualcosa che si avvicina a una sana età avanzata.
Speranza per un trattamento autoimmune più ampio
Successivamente, il team intende verificare se i farmaci che bloccano gli interferoni siano più o meno efficaci nei pazienti affetti da lupus a diverse età. Sperano inoltre di estendere l’approccio alla comprensione di altre condizioni correlate all’infiammazione, come l’artrite reumatoide, la BPCO e l’aterosclerosi.