Lupus eritematoso sistemico-immagine crredit public domain.
Una recente revisione pubblicata su Current Molecular Pharmacology esplora il potenziale terapeutico della melatonina nel lupus eritematoso sistemico (LES), una malattia autoimmune complessa che colpisce più organi. Lo studio, condotto da ricercatori dell’Iran University of Medical Sciences e dell’UT Health San Antonio, suggerisce che la melatonina, nota principalmente per la sua capacità di regolare il sonno, potrebbe anche svolgere un ruolo significativo nella gestione del LES e della sua grave complicanza, la nefrite lupica.
La melatonina, prodotta dalla ghiandola pineale e da altri tessuti, mostra forti effetti antiossidanti e antinfiammatori. La revisione evidenzia che i pazienti affetti da LES presentano spesso livelli sierici di melatonina più bassi, il che potrebbe essere correlato a un aumento dell’attività della malattia. “I nostri risultati suggeriscono che la melatonina potrebbe fungere sia da marcatore diagnostico che da agente terapeutico“, ha affermato il coautore Azam Hosseinzadeh.
Nonostante i promettenti risultati di laboratorio, gli autori avvertono che sono necessari studi clinici più approfonditi e a lungo termine. “Il profilo di sicurezza e i molteplici effetti della melatonina la rendono un candidato interessante per la terapia aggiuntiva, ma dobbiamo capire il dosaggio e la tempistica ottimali“, ha osservato il coautore Mohammad Sheibani.
Spiegano gli autori:
“La melatonina è una molecola versatile prodotta nella ghiandola pineale e in vari altri tessuti. Viene secreta secondo un ritmo circadiano dalla ghiandola pineale sia nel flusso sanguigno che nel liquido cerebrospinale. La melatonina dimostra proprietà immunoregolatrici, antiossidanti e antiapoptotica. Interagendo con specifici recettori sulle cellule T helper attivate dall’antigene, la melatonina stimola la secrezione di interleuchina (IL)-2, interferone (IFN)-γ e IL-6, aumentando così il rapporto Th1/Th2. Inoltre, la melatonina esercita un’influenza sulle cellule T del timo, impedendone la morte cellulare programmata. Indagini in vitro e in vivo hanno rivelato la capacità della melatonina di migliorare l’attività enzimatica antiossidante e mitigare il danno ossidativo. La melatonina contrasta l’aumento degli autoanticorpi anti-ssDNA e istoni delle immunoglobuline (IgM), riducendo contemporaneamente i livelli di IL-6 e IL-13 e migliorando la produzione di IL-2 nei modelli murini di lupus indotto da pristano. I risultati della ricerca indicano che la melatonina amplifica la popolazione di cellule T regolatrici (Treg) che esprimono forkhead box P3 (FOXP3) e mitiga la sovraespressione del fattore di attivazione delle cellule B (BAFF) nelle cellule derivate da individui con lupus eritematoso sistemico (LES). Il LES rappresenta una malattia autoimmune multiforme caratterizzata dalla presenza di autoanticorpi. Il LES è caratterizzato da fasi alternate di remissione e riacutizzazioni, manifestando diversi sintomi tra cui artrite, manifestazioni dermatologiche, sierosite, nefrite e complicazioni neurologiche. Nonostante le ricerche approfondite, l‘eziologia e la patogenesi precise del LES rimangono elusive, senza che sia stato identificato alcun fattore scatenante singolare. È probabile che il LES derivi da una confluenza di predisposizione genetica e perturbazioni nei sistemi di risposta allo stress, che comprendono vari ormoni e il sistema nervoso simpatico. In particolare, lo stress ossidativo e il conseguente danno indotto dai radicali liberi emergono come fattori chiave nella patogenesi del LES. Lo stress ossidativo provoca uno squilibrio tra le cellule T helper 17 (Th17) pro-infiammatorie e le cellule Treg nei pazienti con LES, esacerbando la patologia autoimmune. Livelli aumentati di malondialdeide (MDA) sono correlati a diverse manifestazioni cliniche del LES, tra cui nefrite lupica, complicanze cardiovascolari e danni tissutali. Contemporaneamente, livelli antiossidanti compromessi, esemplificati dal glutatione ridotto (GSH) nella nefrite lupica, sottolineano l‘equilibrio redox alterato nel LES. Il potenziamento delle difese antiossidanti emerge come una strategia promettente per attenuare la progressione della malattia e alleviare i sintomi nel LES. In particolare, la malattia cardiovascolare aterosclerotica (ACVD) emerge come una delle principali cause di morbilità e mortalità nel LES, strettamente legata alla disfunzione endoteliale. I livelli ridotti di melatonina nelle donne con diagnosi di LES sono potenzialmente significativi e meritano ulteriori indagini, poiché queste riduzioni possono essere attribuite ai processi autoimmuni in corso o agli effetti dei trattamenti immunosoppressori. Questa revisione narrativa cerca di valutare il potenziale terapeutico dell’integrazione di melatonina nell’influenzare i marcatori sierici dello stress ossidativo e l’attività della malattia negli individui con diagnosi di LES, considerando le ampie proprietà antiossidanti della melatonina e il legame tra stress ossidativo e fisiopatologia del LES”.
La revisione sottolinea inoltre l’importanza di protocolli di campionamento standardizzati, poiché i livelli di melatonina fluttuano con i ritmi circadiani. La ricerca futura dovrebbe esplorare il ruolo della melatonina nella prevenzione del danno d’organo e nel miglioramento della qualità della vita nei pazienti affetti da lupus.