Un ampio studio di coorte ha osservato che i fattori di rischio più significativi per la fibrillazione atriale (AF), sono legati ad una storia di ipertensione e palpitazioni. La fibrillazione atriale è attualmente la più comune causa di aritmia cardiaca ed è un fattore di rischio per insufficienza cardiaca,(rischio triplicato), ictus (aumento del rischio fino a cinque volte), mortalità totale (rischio raddoppiato). La conseguenza di palpitazioni, come fattore di rischio per la fibrillazione atriale è stata recentemente riportata sulla rivista European Journal of Preventiva Cardiology, con i risultati di uno studio prospettico di grandi dimensioni. I partecipanti a questa ricerca, sono stati reclutati nel 1995 e seguiti per 11,1 anni. L’età media era di 46. I risultati hanno dimostrato che AF è stata registrata in 361 donne (3,0%) e 461 uomini (4,2%), durante gli anni di full-up ed il tasso di incidenza della malattia registrato è di 2,71 per mille per anno per le donne e 3,87 per gli uomini. Le palpitazioni, che gli investigatori hanno descritto come “frequenti” nel gruppo di studio totale, hanno aumentato il rischio di fibrillazione atriale nelle donne del 6% e negli uomini del 91%. I ricercatori hanno anche osservato separatamente i predittori di AF e delle palpitazioni, per escludere eventuali fattori comuni di rischio che potrebbero sovrapporsi. Questa analisi ha rilevato che i fattori di rischio per le palpitazioni sono legati a stili di vita, mentre per AF sono di origine biologica (età, pressione arteriosa, altezza, massa corporea, diabete). I ricercatori concludono che le palpitazioni sono usate per descrivere soggettivamente, battiti cardiaci irregolari o la frequenza cardiaca accelerata ed è possibile che una parte di palpitazioni, rappresentino anche i casi di ritmo cardiaco irregolare, che è una delle caratteristiche principali di AF.