Zuppa di pollo-Immagine credit public domain.
Una nuova ricerca rivoluziona la scienza dietro la zuppa: una ciotola di brodo di pollo e verdure può davvero aiutare a riprendersi da raffreddore o influenza? Scopri cosa dicono le prove.
Avevano ragione le nostre nonne? La zuppa come medicina: una revisione sistematica delle prove preliminari per la gestione delle infezioni acute delle vie respiratorie.
In un recente articolo di revisione pubblicato sulla rivista Nutrients, i ricercatori hanno studiato se il consumo di zuppa potesse aiutare gli adulti a guarire dalle infezioni delle vie respiratorie. Hanno individuato studi che indicano che le zuppe a base di pollo, erbe aromatiche e verdure possono migliorare la gravità dei sintomi e ridurre leggermente la durata della malattia, probabilmente grazie alla riduzione dei marcatori infiammatori.
Carico delle infezioni delle vie respiratorie
Le infezioni acute delle vie respiratorie (ARTI) continuano a rappresentare un grave problema sanitario globale, causando malattie e mortalità diffuse e mettendo a dura prova i sistemi sanitari. Le infezioni delle vie respiratorie superiori hanno rappresentato oltre 17 miliardi di casi a livello globale nel 2019, con i bambini sotto i cinque anni e gli adulti più anziani a rischio.
Oltre alle conseguenze sulla salute, le infezioni da trombosi venosa cronica (ARTI) comportano anche significativi oneri economici e sociali, tra cui assenteismo dal lavoro e stress per chi si prende cura dei bambini. Sebbene trattamenti farmacologici come antipiretici e decongestionanti siano comunemente utilizzati, potrebbero non essere molto efficaci, causando al contempo effetti avversi, soprattutto nei bambini, il che ha suscitato interesse per altre terapie.
Tra gli approcci tradizionali e complementari, la zuppa, definita dai ricercatori come un “pasto liquido saporito a base di verdure, carne, cereali e/o frutta, e acqua o brodo come base”, è ampiamente consumata come rimedio casalingo per il raffreddore e vari sintomi respiratori. È culturalmente accettata, considerata sicura e si ritiene che offra benefici terapeutici grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, all’idratazione, ai nutrienti e al calore.
Comunemente considerata “cibo come medicina”, la zuppa è da tempo raccomandata da famiglie e operatori sanitari. Le prime ricerche suggeriscono che la zuppa possa contribuire a ridurre la gravità dei sintomi e la durata della malattia, supportando potenzialmente la funzione immunitaria. Tuttavia, sebbene sia popolare e culturalmente importante, la convalida scientifica dei benefici della zuppa rimane limitata.
Informazioni sullo studio
In questa revisione, i ricercatori si sono prefissati di colmare le attuali lacune nelle evidenze scientifiche valutando sistematicamente le evidenze esistenti sull’efficacia della zuppa nella gestione delle infezioni da recidiva delle trombosi venose (ARTI) negli adulti, al fine di orientare sia la ricerca futura che la pratica clinica. Hanno valutato quattro studi con 342 partecipanti che hanno indagato gli effetti terapeutici della zuppa sulle ARTI.
La maggior parte degli studi si è concentrata su zuppe a base di pollo arricchite con verdure, erbe aromatiche o ingredienti medicinali. Tra i partecipanti c’erano adulti, bambini e anziani con diagnosi di patologie come il raffreddore comune e malattie simil-influenzali. I disegni di studio e i risultati erano eterogenei, rendendo impossibile la meta-analisi.
Sollievo dai sintomi e durata della malattia
Tre studi hanno riportato che il consumo di zuppa ha ridotto significativamente la gravità dei sintomi dell’ARTI, tra cui mal di gola, congestione nasale e tosse. Sono stati osservati miglioramenti sia nei sintomi soggettivi che in parametri oggettivi come il flusso di muco nasale. Solo uno studio (Hajibeygi et al., 2022) ha esaminato la durata della malattia e ha riscontrato una riduzione statisticamente significativa dei tempi di recupero nei partecipanti che hanno consumato una zuppa di pollo ed erbe aromatiche, con una durata della malattia ridotta di 1-2,5 giorni.
Effetti antinfiammatori e immunitari
Due studi hanno esaminato le risposte infiammatorie e immunitarie. Uno studio ha rilevato che la zuppa riduceva i principali marcatori infiammatori come TNF-α e IL-6 e migliorava l’attività delle cellule immunitarie aumentando la proliferazione dei linfociti. Un altro beneficio segnalato riguarda i più ampi effetti immunomodulatori, inclusi miglioramenti nei livelli di citochine come IL-1β, IL-17 e IL-10. Tuttavia, in alcuni casi, il gruppo di controllo ha mostrato maggiori riduzioni dei livelli di proteina C-reattiva (PCR) e di potassio, il che suggerisce che gli effetti biochimici possano variare a seconda della composizione e del comparatore.
Lacune nei risultati importanti
Sebbene l’assenteismo e il benessere generale fossero predefiniti come esiti primari della revisione, nessuno degli studi inclusi ha riportato questi parametri. Ciò rappresenta una lacuna significativa nella comprensione dell’impatto della zuppa sul recupero funzionale, sulla qualità della vita e sul ritorno alle attività quotidiane, aspetti cruciali per gli adulti che lavorano e per chi si prende cura di loro.
Conclusioni ed esplorazioni future
Questa revisione sistematica evidenzia il potenziale della zuppa come intervento dietetico complementare per la gestione delle infezioni delle vie respiratorie acute (ARTI). I dati di quattro studi suggeriscono che la zuppa, in particolare le varianti a base di pollo e arricchite con verdure, può ridurre moderatamente la gravità dei sintomi e la durata della malattia, probabilmente grazie ai suoi effetti idratanti, nutrizionali e antinfiammatori. Sebbene i suoi meccanismi terapeutici non siano ancora del tutto compresi, ingredienti comuni come verdure, erbe aromatiche e proteine possono supportare la funzione immunitaria e la salute respiratoria.
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La familiarità culturale, la convenienza e l’accessibilità della zuppa la rendono un’aggiunta pratica all’assistenza per le ARTI, soprattutto in contesti con risorse limitate. Tuttavia, i risultati devono essere interpretati con cautela. Gli studi inclusi variavano ampiamente in termini di composizione della zuppa, misure di esito, qualità metodologica (con preoccupazioni relative al rischio di bias in due studi) e qualità complessiva. Nessuno di essi ha valutato il benessere o l’assenteismo, il che limita la comprensione degli impatti più ampi sulla ripresa. La concentrazione geografica in tre studi asiatici e le ridotte dimensioni del campione limitano ulteriormente la generalizzabilità.
Nonostante queste limitazioni, la revisione ha seguito metodi rigorosi, tra cui un protocollo registrato e una strategia di ricerca completa. La certezza complessiva, da bassa a moderata, delle attuali evidenze suggerisce la necessità di studi più ampi e meglio progettati, con interventi standardizzati. La ricerca futura dovrebbe esplorare sia gli esiti biologici che quelli incentrati sul paziente in diverse popolazioni e valutare il rapporto costo-efficacia in contesti reali.
In conclusione, la zuppa si dimostra promettente come coadiuvante a basso rischio e culturalmente accettato dei trattamenti convenzionali per le malattie infiammatorie intestinali (ARTI), ma necessita di prove più solide per supportarne un uso clinico diffuso.