HomeSaluteOssa e muscoliLe ossa influenzano il metabolismo dei grassi e zuccheri e regolano l'appetito

Le ossa influenzano il metabolismo dei grassi e zuccheri e regolano l’appetito

Il tuo scheletro è molto più della struttura che aiuta i muscoli e altri tessuti. Produce anche ormoni. Mathieu Ferron ricercatore dell’Istituto di Ricerca Clinica Montreal (IRCM) e Professore presso la Facoltà di Medicina Université de Montréal ha trascorso l’ultimo decennio a studiare un ormone chiamato osteocalcina. Prodotta dalle nostre ossa, l’osteocalcina influisce sul metabolismo degli zuccheri e dei grassi.

In un recente articolo pubblicato dal Journal of Clinical Investigation, il team di Ferron ha spiegato come funziona l’osteocalcina.

La scoperta potrebbe aprire la strada a nuovi modi per prevenire il diabete di tipo 2 e l’obesità.

Ossa: un organo endocrino

Nel corpo umano ci sono 206 ossa. La loro funzione più ovvia è strutturale, cioè sostenere i muscoli e gli organi del corpo. Le ossa sono vive e ricostruiscono costantemente se stesse, ma ora è stato scoperto che hanno una funzione precedentemente sconosciuta: possono agire come un organo endocrino che regola il metabolismo energetico, svolgendo un ruolo nella perdita e nel guadagno di peso attraverso la regolazione ormonale del glucosio. 

È da tempo noto che gli ormoni possono influenzare le ossa. “Basta pensare a come le donne sono più inclini a soffrire di osteoporosi quando raggiungono la menopausa, perché i loro livelli di estrogeni diminuiscono”, ha dichiarato Ferron, Direttore del  IRCM’s Integrative and Molecular Physiology Research Unit.

Ma l’idea che le ossa stesse possa influenzare altri tessuti si è radicata solo pochi anni fa con la scoperta dell’osteocalcina. Grazie a questo ormone, prodotto dalle cellule ossee, lo zucchero viene metabolizzato più facilmente.

“Una delle funzioni dell’ osteocalcina è aumentare la produzione di insulina, che a sua volta riduce i livelli di glucosio nel sangue”, ha spiegato Ferron. “Può anche proteggere dall’obesità aumentando le spese energetiche”.

Gli studi hanno dimostrato che, per alcune persone, i cambiamenti nelle concentrazioni di sangue di osteocalcina possono anche impedire lo sviluppo del diabete. Queste proprietà protettive hanno suscitato l’interesse di Ferron che ha indagato per capire come funziona effettivamente questo ormone.

L’osteocalcina è prodotta dagli osteoblasti, le stesse cellule responsabili della produzione delle nostre ossa. L’ormone si accumula nelle ossa e poi, attraverso una serie di reazioni chimiche, viene rilasciato nel sangue. Il team IRCM sta concentrandosi su questo passo fondamentale.

“Quando viene prodotta negli osteoblasti, l’osteocalcina è in forma inattiva”, fa notare Ferron. “Quello che ci interessava era capire come l’osteocalcina diventa attiva per essere in grado di svolgere il suo ruolo quando viene rilasciata nel sangue”.

Il laboratorio IRCM ha dimostrato che è necessario un enzima che agisce come forbici molecolari. L’osteocalcina inattiva ha un pezzo in più dell’ osteocalcina attiva. I ricercatori hanno esaminato nei topi i diversi enzimi presenti nelle cellule in cui è stata prodotta l’osteocalcina che potrebbero essere responsabili della eliminazione del pezzo in questione.

La squadra di Ferron è riuscita ad identificare l’ enzima: si chiama furina e induce l’osteocalcina a diventare attiva e viene quindi rilasciata nel sangue.

“Abbiamo dimostrato che quando non c’è l’enzima furina nelle cellule ossee, l’osteocalcina prodotta è inattiva e non viene rilasciata. Ciò ha portato ad un aumento dei livelli di glucosio nel sangue e una riduzione della spesa energetica e della produzione di insulina“, ha dichiarato Ferron.

Anche la cancellazione di queste “forbici” ha avuto un effetto inaspettato: ha ridotto l’appetito del topo. ” Riteniamo che l’assenza di furina è la causa della riduzione dell’appetito nei topi”, spiega Ferron.

Infatti, il suo team ha dimostrato che l’osteocalcina stessa non ha alcun effetto sull’appetito. “I nostri risultati suggeriscono l’esistenza di un nuovo ormone osseo che controlla l’assunzione di cibo”, ha dichiarato Ferron.

“Nel futuro lavoro, speriamo di determinare se la furina interagisce con un’altra proteina coinvolta nella regolazione dell’appetito“.

Fonte: Journal of Clinical Investigation

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